A Dazn: «L’ultimo chilometro è sempre il più faticoso a livello mentale. La Salernitana si è chiusa a riccio e siamo stati un po’ ingenui sul gol preso».

L’allenatore del Napoli, Luciano Spalletti, parla ai microfoni di Dazn nel post partita di Napoli-Salernitana 1-1.
Immaginiamo quanto ci avreste tenuto a regalare la gioia, quel fatto. Cosa ha detto ai ragazzi?
«A loro dispiace moltissimo non aver dato questa felicità ad un pubblico meraviglioso come quello di stasera, questi punti sono i più difficili e faticosi a livello mentale, poi se trovi una squadra stimolata e ben allenata come la Salernitana che si è chiusa a riccio diventa difficile, e poi un po’ di ingenuità sul gol preso».
L’abbiamo vista deluso. Spalletti:
«Sono fatto così, anche se per caso dovessimo vincere per me diventa più tranquillità e più piacere a veder gioire la gente, perché si percepisce l’affetto, l’amore, glielo devi donare, noi rappresentiamo il loro sogno perciò è giusto che loro lo ricevano, questo sogno che hanno, siamo quelli che materializzano il loro sogno e dovevamo fare il gol in più per donarlo a loro, ma dal mio punto di vista si dilaziona il godimento, perché in questa classifica qui non ci sto molto scomodo, ci sto comodissimo, per cui rimandiamo, ma è un allungare i festeggiamenti perché sono convinto che quei due punti li faremo».
A Dazn mostrano a Spalletti la città che comunque festeggia. Commenta:
«Riceveranno una frustata di entusiasmo tutti quelli che amano questo sport se il Napoli dovesse vincere lo scudetto, sarà un qualcosa che farà piacere a tutti quelli che amano questo sport, al di là di quelli contro, di quelli un po’ cattivelli».
Spalletti parla di Christian Maggio, presente al Maradona.
«Maggio dava pochi spazi, concedeva poco, faceva il coraggioso anche quando non lo era».
Maggio: spero che arrivi presto lo scudetto, ma quanto lo sente suo? E’ partito quest’estate quando nessuno la dava vincitore, sono arrivati tanti giovani anche sconosciuti…
«Ti ringrazio dei complimenti, ma li devo girare a loro che hanno creato la disponibilità e si sono messi a fare a testa bassa quello che si chiedeva sempre e hanno cercato con la volontà di diventare un gruppo di amici e una squadra. oggi i pensieri erano pensiamo al compagno, alla squadra, a fare un dribbling in più, una rincorsa in più per aiutare il compagno, se si pensa al compagno si diventa sempre più forti perché si pensa al collettivo, loro lo hanno fatto sin da subito. Hai solo una possibilità di uscirne a testa alta e dritto con la postura, se riesci a vincere il campionato, sennò hai sempre fatto cose parziali».
Stramaccioni: lei è l’artefice unico di un capolavoro. Ha creato un gruppo straordinario. Secondo lei non si dovrebbe essere un po’ più sporchi in queste circostanze? Cercate sempre il gol esteticamente bello. Spalletti:
«C’è solo un modo per non ricevere critiche in questo sport, non giocare a calcio. Se giochi e fai l’allenatore stai tranquillo che ti arrivano, ci sono i tiratori scelti professionisti, i cecchini, che si appostano sui tetti e ti sparano. Per me non è un problema, si va a fare quello che si deve, perché l’obiettivo è arrivare primi, poi quando ti capitano partite come oggi forse essere più sporchi può essere la soluzione, bisogna giocare più palle dietro la linea difensiva, fino a che non hai i piedi sulla linea di fondo c’è sempre possibilità di fare lo scavino. Nel secondo tempo lo abbiamo fatto, nel primo abbiamo insistito troppo a giocare palla al piede e in questo momento non siamo brillanti nel farlo, non abbiamo la qualità e lucidità che si è avuta in altre partite perché quest’ultimo chilometro diventa il più faticoso e giocare in quello stretto diventa più difficile. Il secondo tempo lo abbiamo iniziato molto meglio e abbiamo cercato quello che ho detto. La riaggressione è quello che determina entusiasmo allo stadio e lo fa partecipare, la voglia di fare ti fa crescere l’autostima e la convinzione di farcela, altrimenti a volte diventa anche noioso quando giochi sempre sui piedi».
Prima ha parlato Sorrentino, che ha fatto un film sulla grandezza di Maradona, quanto è orgoglioso di aver costruito una cosa simile con una squadra di ottimi giocatori ma che ha messo il lavoro al centro di tutto?
«Se dovesse succedere un po’ di soddisfazione l’avrei anche io ma sono i calciatori che se lo meritano, ho visto con quale disponibilità sono venuti sempre ad allenarsi, cercando di divertirsi, di essere sempre sorridenti, spesso cito chi ha giocato di meno perché costringono gli altri a tenere l’asticella alta perché sono sempre pronti a prendergli i. posto e diventa difficile andare a d essere una squadra molle e demotivata, la qualità del lavoro è sempre di un livello alto».