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La gestione di De Laurentiis, bilanci alla mano, è da applausi (Gazzetta)

Costi tagliati, squadra rafforzata e esposizione debitoria quasi inesistente. Forse andrebbe potenziato il management, ma non si può avere tutto 

La gestione di De Laurentiis, bilanci alla mano, è da applausi (Gazzetta)
Italian businessman Aurelio De Laurentiis arrives for the screening of the film "Freaks Out" presented in competition on September 8, 2021 during the 78th Venice Film Festival at Venice Lido. (Photo by Marco BERTORELLO / AFP)

Nel giorno di Napoli-Milan, la Gazzetta dello Sport mette a confronto i modelli di gestione delle due squadre e quindi da un lato Aurelio De Laurentiis e, dall’altro Gerry Cardinale. Entrambi, per motivi diversi, sono legati agli States. De Laurentiis trascorre molto del suo tempo a Los Angeles, Cardinale vive e lavora negli Usa. De Laurentiis è attirato da strategie internazionali, spesso in ottica americana. Nel tracciare punti in comune e differenze tra i due, la Gazzetta elogia la gestione del presidente del Napoli, la definisce da applausi. De Laurentiis è riuscito a tagliare i costi e, allo stesso tempo, a rafforzare la squadra. Ed il club non ha praticamente debiti. Forse l’unica pecca è nel management, che potrebbe essere potenziato, ma riguarda la gestione sportiva, non quella economico-finanziaria che, appunto, ha dato ragione a De Laurentiis.

La Gazzetta scrive:

“Ma torniamo alle strategie. Che il produttore cinematografico vede in ottica internazionale, molto americana. Per esempio la Lega lo ha bloccato sul progetto di schierare i propri giocatori tutti con maglie diverse, ognuno con le proprie sembianze. La commercializzazione e sfruttamento di marchio e immagine è stato sempre uno dei capisaldi. I suoi contratti ai calciatori blindati sui diritti d’immagine, tutti riservati al club e mutuati dal cinema, sono ormai famosi. Le sue idee sulla ristrutturazione dei campionati sono più vicine alla Nba che al sistema calcio, col quale è molto critico a partire dalla Lega, passando per Uefa e Fifa che vede come un virus. La struttura societaria è snella per consentirgli un controllo totale. Bilanci alla mano la gestione è da applausi: costi tagliati, squadra rafforzata e esposizione debitoria quasi inesistente. Magari sul piano della gestione sportiva potrebbe potenziare il management, ma non si può avere tutto”.

Qualche settimana fa anche El Pais elogiava l’operato di De Laurentiis, in particolare sul mercato, per abbattimento monte ingaggi e ricambio di giocatori con innesti fortissimi. Il quotidiano spagnolo attribuiva al presidente gran parte del merito per uno scudetto che sembra vicinissimo.

“All’inizio della stagione tutti criticavano per aver venduto stelle come Mertens e Koulibaly, e oggi tutta la città venera per aver costruito una squadra devastante con giocatori sconosciuti come Osimhen, il difensore coreano Kim Min-Jae e Khvicha Kvaratskhelia, un georgiano dal nome impronunciabile di cui tutto lo stadio si è innamorato. La strada per arrivare qui è stata dura. E gran parte del merito è suo”.

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