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Kim è un eroe: ha spiegato al mondo il suo crollo mentale. Il calcio rifletta (Süddeutsche)

“Anche i milionari sono persone. Nel calcio ci sono troppe pressioni e troppe partite. Non si prendono sul serio i rischi dello stress mentale permanente”.

Kim è un eroe: ha spiegato al mondo il suo crollo mentale. Il calcio rifletta (Süddeutsche)
Db Torino 19/03/2023 - campionato di calcio serie A / Torino-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Kim Min Jae

La Süddeutsche dedica un articolo allo stress mentale che proviene dal calcio e cita il difensore del Napoli, Kim. Recentemente Kim ha avuto qualcosa che è somigliato ad un crollo psicologico. Dopo la sconfitta della Corea del Sud contro l’Uruguay ha dichiarato:

«Sono mentalmente stanco. Voglio concentrarmi sulla mia squadra (il Napoli) piuttosto che sulla nazionale. Non ho altro da dire in questo momento». 

In patria devono averlo massacrato, tanto che, il giorno dopo, Kim è stato costretto a scusarsi sui social. Su Instagram ha precisato:

«Mi dispiace, le mie parole sono state travisate. Mi dispiace se le mie parole hanno ferito qualcuno. Sono un giocatore rappresentativo di questa nazionale e non l’ho mai data per scontata, anche quando non ero al meglio fisicamente o quando ho dovuto attraversare il mondo in viaggio per rispondere a una convocazione. Sono crollato mentalmente e ho avuto uno sfogo. Mi scuso ancora e chiedo ai tifosi di sostenerci sempre».

La Sueddeutsche scrive;

“Kim ricorda un argomento sul quale la comunità calcistica deve riflettere. L’entertainment sportivo comporta rischi per le persone che vi giocano. Chi non li prende sul serio, rischia ferite che non possono essere curate facilmente come un legamento strappato o uno stiramento muscolare”.

Anche i milionari sono persone, continua il quotidiano tedesco.

“Si resta persone comunque, il denaro non rende invulnerabili. In 90 minuti di calcio ad alta intensità, anche le più piccole sfocature possono portare a gol subiti e scherno. Allo stesso tempo, il business spinge i giocatori da una competizione all’altra. Kim, ad esempio, ha giocato il 12, 16 e 19 febbraio. A marzo per il Napoli a Napoli e Torino, prima di giocare per la Corea del Sud a Ulsan e Seoul il 24 e 28 dopo un viaggio in aereo attraversando metà del globo con otto ore di fuso orario. Non c’è da stupirsi che l’uomo si sentisse fuso”.

E allora, cosa fare? La pressione delle prestazioni fa parte del gioco del calcio, ma si potrebbe fare a meno di condensare ancora di più le partite tra Nazionali e Campionato Mondiale per club, scrive la Süddeutsche. Bisognerebbe fare delle pause, invece di trasformare le Nazionali “in gruppi di esperimenti senza fine”. Non solo:

“I tifosi potrebbero essere più indulgenti, i media potrebbero essere più esperti nel riferire su di loro. Aiuterebbe a ridurre lo stress superfluo”.

Klinsmann (allenatore della Corea del Sud) si recherà presto in Europa e parlerà con Kim, dicono.

“Anche questo fa parte della gestione dello stress: che gli allenatori siano interessati ai loro giocatori e non solo li spingano avanti e indietro come figurine. E Kim? È L’eroe di questa storia. Ha dato agli altri la possibilità di capire il suo problema. Esemplare”.

 

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