Al Corsera: «Dentro la casa era terribile. La morte di Taricone ha cambiato tutti noi, era il nostro alfiere»
Il Corriere della Sera intervista oggi Sergio Volpini che è entrato nella storia della televisione diventando noto grazie alla prima edizione del Grande Fratello nel 2000.
Sergio è ed è stato per tutti “Ottusangolo”, grazie al soprannome coniato dalla Gialappa’s, parlando della sua esperienza nella casa la definisce “terribile”, eppure con tanti concorrenti è nato un rapporto di amicizia, come con Pietro Taricone morto prematuramente per un incidente col paracadute
«Quel lutto ha cambiato l’atteggiamento di tutti noi ex concorrenti. Una mancanza così ti crea smarrimento: Pietro era il nostro alfiere, sembrava arrivato al grado di consapevolezza massima prima di tutti noi».
Mi faccia un esempio.
«A gennaio 2001, a trasmissione appena finita, il suo nome era già arrivato in America, il mio al massimo a Trieste. Ebbene, si intrufolò in camera mia come un ladro per affrontare il discorso di quanto il successo dipendesse da noi o dal sistema»
Sergio è stato l’unico ad andare al funerale di Pietro
«Frequentavo la sua casa, avevo dormito lì tante volte. Conoscevo Kasia, la figlia…».
Con gli altri partecipanti hanno ancora una chat di gruppo. Con alcuni si sente normalmente come con Marina La Rosa che resta una grande amica
«Lei la sento sempre, è una delle poche che conosce i miei peggiori segreti».
Ma solo quello, non c’è mai stata una storia tra i due
«Manco una cosetta. Quando sei molto amico di qualcuno ci sono momenti in cui un pensierino lo fai: i nostri, però, non hanno mai coinciso».
Oggi Sergio si è laureato in Filosofia e ha una scuola di surf, nel 2007 ha lasciato il mondo dello spettacolo
«Nel 2007, avevo un’agenzia di comunicazione e ho visto il giudizio degli altri su di me come artista. Non potevo continuare a fare ospitate».
Ha anche sofferto di gelotofobia, la paura di essere derisi.
«Se 20 milioni di persone ti urlano che sei un imbecille, il dubbio ti viene».