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Gerry Scotti: «Mi pento di aver rinunciato a tante proposte. Sono un orso, ho la mia comfort zone»

Al CorSera: «In carriera mi hanno offerto di fare i programmi un po’ come il pane, quelli da tavola, ma i format fighi li hanno dati sempre a qualcun altro».

Gerry Scotti: «Mi pento di aver rinunciato a tante proposte. Sono un orso, ho la mia comfort zone»

Il Corriere della Sera intervista Gerry Scotti. Racconta di avere un grande rimpianto, quello di aver rinunciato a molti programmi in tv, film e musical per aver preferito una zona di comfort. Ma non gli hanno mai offerto dei format “fighi”.

«Ho questo cruccio che nella mia carriera mi hanno offerto di fare i programmi un po’ come il pane, quelli da tavola; mentre i format fighi li hanno dati sempre a qualcun altro. È un cruccio ma anche un convincimento, anche se poi un certo tipo di tv è diventata il mio marchio di fabbrica».

Gerry Scotti è figlio di padre operaio e mamma casalinga.

«Il miglioramento della stirpe è merito dei miei genitori, ci hanno creduto a farmi fare quel pezzettino in più. Mio papà lavorava alle rotative del Corriere respirando piombo ogni giorno, il suo sogno era che facessi il giornalista; mia mamma era dispiaciuta che non avessi preso la laurea, mi vedeva avvocato. Non li ho accontentati, ma poi non è andata male…».

Ha lasciato andare troppe occasioni, però, cosa di cui si è pentito.

«Mi aveva chiamato Pietro Garinei, sapeva che il mio grande idolo è sempre stato Johnny Dorelli e mi propose di
portare in scena Aggiungi un posto a tavola. Per me sarebbe stata la realizzazione di un sogno, ascoltavo Dorelli con mia mamma alla radio la domenica mattina a Gran Varietà, in quel momento ho visto la mia vita scorrere in un attimo. Ma ho esitato e poi non l’ho mai più richiamato. Ho fatto davvero una brutta figura».

Anche Bud Spencer è un’occasione mancata. Gerry Scotti:

«Aveva in mente un progetto con me, tutti e due grandi e grossi, a tirare schiaffoni. Ma gli impegni televisivi fecero
saltare tutto».

Un bivio della sua vita è stato anche quello tra attore e conduttore. Gerry Scotti:

«La sitcom Finalmente soli con Maria Amelia Monti fu un successo, avevo fatto diversi film tv di Canale 5, ci fu un momento in cui Mediaset mi chiese se volevo impegnarmi come attore, trovare un filone e per 6/7 anni dedicarmi a
quello. Insomma progetti incompatibili con il quiz e le prime serate. Pensai che era meglio vedere Gerry Scotti tutte le sere».

Spiega:

«Da orso quale sono mi sono creato la mia comfort zone, un po’ non mi hanno fatto proposte, un po’ non ho avuto il
coraggio di cercarmele, questo forse è il rimpianto che ho. Ma va bene lo stesso».

Un sogno?

«Un film con Pupi Avati. Mi basta anche una sola scena, anche uno morto in un canale e poi non mi vedono più. Due anni fa mi chiamò per un progetto che poi non è mai andato in porto… Lo ripeto. Pupi sono ancora vivo, se vuoi farmi galleggiare nel naviglio sono sempre disponibile».

 

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