ilNapolista

Sandy Marton: «Cecchetto mi scoprì a una festa di De Mita: tutte le donne mi guardavano»

Le star degli anni ’80 a Sette. Den Harrow: «Non ero io a cantare, ci mettevo solo l’immagine. Lasciai perché era come prendere per culo la gente».

Sandy Marton: «Cecchetto mi scoprì a una festa di De Mita: tutte le donne mi guardavano»

Corriere della Sera Sette ci riporta nei mitici anni ’80 intervistando i Righeira, Gazebo, Sandy Marton e Den Harrow, i protagonisti musicali di quell’epoca, poi spariti dai radar. Tante le curiosità raccontate sui prodotti della Milano da bere e da ballare.den harr

Sandy Marton, ad esempio, che ancora ricordiamo per “People from Ibiza”. Oggi ha 63 anni e vive proprio a Ibiza.

«Sono arrivato a Milano all’inizio degli Anni 80 per studiare design, non cercavo di essere una rockstar: è stato tutto una grande sorpresa e una grande figata».

Tutto è successo grazie a Cecchetto e De Mita.

«Era Capodanno, ero a una festa a casa di De Mita, c’era un salone enorme e a un certo punto sono entrato nella cabina dove Claudio faceva il dj. Non voglio fare il figo ma tutte le donne si sono girate a guardarmi. Claudio mi osserva e mi fa: e tu chi c…o sei? Avevo 20 anni, ero sbarbato, avevo i capelli lunghi e da lì è cominciato tutto. Il segreto si chiama culo».

Il successo lo travolge per la prima volta in piazza Duomo a Milano:

«Ero con un amico croato, ci hanno assaltato un centinaio di ragazze, non capivo nemmeno quello che succedeva, mi sono chiuso in una farmacia per due ore senza poter uscire, lì ho capito che era accaduto qualcosa di incredibile».

Marton racconta le tante donne che hanno incrociato la sua strada.

«Tutte quelle che ho potuto. Non tanto le fan, più che altro mi broccolavo le collaboratrici, le conduttrici…».

A un certo punto è sparito, per scelta.

«Ho fatto tre hit e ogni volta ne chiedevano una nuova, mi sembrava di lavorare in banca. Io sono così, sono fuori di testa, nessuno l’avrebbe fatto di mollare di botto ma io ero annoiato. Sono andato a Parigi dove ho speso tutti i soldi, per questo non ricordo volentieri gli Anni 90…».

La spesa più folle?

«Ho fatto milioni di cazzate… appena arrivato a Parigi ho comprato la Harley-Davidson più cara che c’era».

Poi si è trasferito a Ibiza:

«Un amico pizzaiolo mi diceva sempre: devi andare a Ibiza! Io non sapevo nemmeno dov’era. Avevo 400 mila lire e sono rimasto lì 6 mesi. Oggi vivo qua e sto da Dio, sono come un “pensionista”, poi faccio serate o ospitate tv. Non mi sono sposato ma ho qualche amica…».

E poi c’è Gazebo, ovvero Paul Mazzolini. Anche lui 63enne, lo ricordiamo per “I Like Chopin”, 8 milioni di copie vendute.

«Senza nemmeno fare gavetta a 20 anni mi sono ritrovato proiettato al successo, il primo disco subito in vetta. È stato un decennio fantastico, la voglia di scrollarsi di dosso i problemi e cercare di vivere in modo più superficiale,
più ludico».

Racconta che da piccolo voleva fare il chitarrista in una band, non certo il frontman. Insomma, è un cantante per caso.

«Da adolescente ero un rockettaro sovrappeso, capelli lunghi, il classico improbabile per le ragazzine. Poi mi sono ritrovato a interpretare il personaggio dei miei testi, con un’immagine alla Grande Gatsby, circondato da un pubblico di sbarbatine che mi mandavano montagne di lettere».

Il boom e poi il calo:

«Io ho smesso di avere quell’enorme successo già dal secondo album, che era molto meno commerciale. Per noi
artisti di quell’epoca gli Anni 90 sono stati come l’Anti Cristo, tutto quello che veniva da noi era demodé, faceva schifo, la dance soppiantata dalla house, il rock patinato sostituito dal grunge… io avevo uno studio di registrazione e in quegli anni ho fatto la gavetta che non avevo fatto prima».

C’è spazio anche per Den Harrow.

«La musica è arrivata per caso. Ero un brutto anatroccolo che da adolescente si è trasformato in un bel ragazzino, frequentavo le discoteche e quando ballavo intorno a me la gente si metteva in cerchio a guardarmi».

Il suo è il caso più incredibile, perché non ha cantato lui le canzoni che lo hanno portato al successo, come “Mad
Desire”, “Future Brain”, “Don’t Break My Heart”:

«Negli Anni 80 funzionava così, c’erano personaggi che prestavano solo l’immagine. Era la prassi, io avevo 19 anni ed ero facilmente “corruttibile”. A 30 anni mi ritrovai con brani cantati da 7 voci diverse senza che nessuno se ne fosse accorto».

A un certo punto decide di dire basta:

«Ero frustrato, mi sentivo di prendere per il culo la gente».

Rimasto senza soldi, partì per l’America. Poi, col ritorno degli anni ’80, è tornato in auge anche lui. Oggi vive a Malaga.

«Faccio tantissime serate, ma oggi posso anche permettermi di non lavorare».

 

ilnapolista © riproduzione riservata