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Folliero: «Da piccola mi chiamavano poker d’ossi, andavo in giro col golf di mio fratello anche al mare»

Al CorSera: «Il calendario? Non volevo farlo. Studiai le pose delle pornostar. Pensavo non lo avrebbero comprato, invece ristampammo».

Folliero: «Da piccola mi chiamavano poker d’ossi, andavo in giro col golf di mio fratello anche al mare»

Il Corriere della Sera intervista Emanuela Folliero. E’ stata il «volto» ufficiale di Rete 4 e la sua ultima «signorina
buonasera»: ha annunciato il palinsesto televisivo per 28 anni, dal 1990 al 2018.

Ha dovuto difendersi? Folliero:

«È successo. A un casting mi chiesero di spogliarmi nuda. Risposi: “Non sono venuta dal dottore” e me ne sono andata, non prima di aver avvisato le altre che aspettavano fuori dalla porta. Ma sono entrate lo stesso».

Come si è difesa dalle molestie?

«Tra un chiacchiera e l’altra, tiravo fuori che avevo un papà avvocato. E quando lo dicevo, l’approccio cambiava».

La Folliero si racconta da ragazza

«Ero molto introversa, per una timidezza estrema. Da adolescente soffrivo di una forma di malinconia che chiamavo “tristezza molesta”. Ero alla ricerca della mia strada».

Strada che ha trovato iniziando a lavorare, racconta.

«Mentre frequentavo il liceo artistico ho cominciato a distribuire volantini sui pattini a rotelle: facevo parte dei Roller Project, percorrevamo il tratto di strada da San Babila a Loreto attaccandoci alle macchine. Avendo fatto pattinaggio artistico me la cavavo. Una volta però sono andata contro una vetrina e ho abbracciato un tipo, Rummenigge…».

La Folliero racconta i suoi inizi in televisione.

«Ho cominciato con Licia Dolce Licia: avevo 20 anni e il provino consisteva nel girare in tondo, scambiandoci degli sguardi».

In breve è diventata un sex symbol.

«Ma non mi ci sono mai sentita: da piccola mi chiamavano poker d’ossi e sec symbol. Andavo in giro con il golf di mio fratello, anche al mare».

Silvio Berlusconi.

«L’ho incontrato per la prima volta a Segrate, veniva in mensa e si metteva a raccontare le barzellette e a distribuire i pasti: “Folliero ma non le ho mai fatto la corte? Ah no? Perché?”».

Ha contato più la fortuna o il talento? Folliero:

«Ho detto molti no che mi sono costati. Ma alla fine ho fatto così tanti programmi che per ricordarmene devo andare su Wikipedia».

Ha fatto anche un calendario:

«Avevo 38 anni, non ne volevo sapere. Poi mi hanno dato una pila di libri dei più grandi fotografi e sono andata anche a guardarmi le pornostar, per capire le posizioni. Quando l’ho visto in edicola ho pensato: “non lo comprerà nessuno”. Abbiamo dovuto ristampare».

La Folliero commenta la scomparsa di Maurizio Costanzo.

«Inaspettata. Quando andavo a Roma passavo a trovarlo. L’ultima volta mi ha regalato una delle sue tartarughine portafortuna. Era sempre generoso, anche con le parole: quando gli chiedevano chi fossero le conduttrici che meritavano qualcosa in più, citava me».

Le ha dato qualche consiglio?

«Quando facevo Stranamore mi diceva di inviargli le storie degli ospiti, così poteva suggerirmi il modo migliore per esporle».

Cosa si rimprovera? Folliero:

«La pigrizia: sono una che non va alle feste e agli eventi, mi fa una fatica furibonda. E nel mio ambiente, per lavorare, tocca fare salotto».

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