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Diritti tv Serie A, il Quirinale ferma il Governo: l’emendamento Lotito va rivisto

Lo scrive il CorSera. «Per ragioni di merito e di metodo, sarebbe meglio rivedere quell’emendamento sul calcio…»

Diritti tv Serie A, il Quirinale ferma il Governo: l’emendamento Lotito va rivisto
Roma 04/09/2019 - consultazioni Quirinale / foto Samantha Zucchi/Insidefoto/Image nella foto: Sergio Mattarella

Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, dal Quirinale è arrivato lo stop all’emendamento Lotito per i diritti tv della Serie A inserito nel Decreto Milleproroghe. C’è stata una telefonata al governo che ha suggerito di rivedere il tutto “per ragioni di merito e di metodo”. Il quotidiano scrive:

“La telefonata a Palazzo Chigi è arrivata dagli uffici del Colle più alto: «Per ragioni di merito e di metodo, sarebbe
meglio rivedere quell’emendamento sul calcio…». La moral suasion dei tecnici del Quirinale, garbata quanto energica, costringe il governo a rivedere in corsa il decreto Milleproroghe”.

“Il problema è la norma che allunga il contratto per i diritti televisivi del calcio, che è stata approvata dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato e che negli uffici legislativi della presidenza della Repubblica è ritenuta «materia estranea» al decreto. Si tratta dell’emendamento che ha avuto come primo firmatario Claudio Lotito, esponente di Forza Italia e presidente della Lazio. Il senatore, che era stato protagonista di una polemiche durante la stesura della legge di Bilancio perla cosiddetta norma salva calcio, ha proposto come primo firmatario la modifica alla legge Melandri che regola i diritti tv”.

“La modifica del comma 5 dell’articolo 6 del Milleproroghe è stata approvata due giorni fa senza particolari tensioni dentro la maggioranza. Anche se il ministro dello Sport, Andrea Abodi, non si era espresso a favore del prolungamento dei contratti: «Tutto ciò che aiuta a migliorare i fatturati da parte mia sarà sempre sostenuto. In questo caso c’è stata un’iniziativa parlamentare. Il Parlamento è sovrano, mi auguro che l’effetto possa essere positivo anche se non ne condivido il percorso». Un netto no, anche se espresso con parole diplomatiche. La maggioranza ha preferito evitare conflitti su un tema delicatissimo e ha tirato dritto. Finché dal Quirinale non è arrivato l’altolà, motivato anche dalla convinzione che i diritti, una volta scaduti, debbano essere rimessi a gara”.

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