Al CorSera: «Nel 2024 scatterà in automatico il vincolo monumentale sullo stadio, perché saranno trascorsi 70 anni dall’ultimo intervento importante sul monumento».
Il Corriere della Sera intervista Vittorio Sgarbi. Il 31 ottobre è stato nominato sottosegretario alla Cultura nel governo Meloni. Lo storico dell’arte aveva ricoperto la stessa carica tra il 2001 e il 2002. Nell’intervista parla dello stadio San Siro. Esclude che possa essere abbattuto. Sgarbi dichiara che nel 2024 scatterà in automatico il vincolo monumentale sullo stadio di Milano, perché saranno trascorsi 70 anni dall’ultimo intervento importante sul monumento della città lombarda.
La domanda del Corriere a Sgarbi è la seguente: le deleghe che le sono state assegnate dal ministro Gennaro Sangiuliano ora potranno evitare l’abbattimento? Sgarbi risponde:
«Non sono le deleghe ad avere questo potere, anche se oggi il mio peso politico è più forte e potrò dunque indirizzare il prossimo sovrintendente, che arriverà a metà gennaio. Il punto è che in passato aveva prevalso il no al vincolo monumentale sullo stadio, ma nel 2024 questo scatterà in automatico, perché saranno trascorsi 70 anni dall’ultimo intervento importante sul monumento milanese. Quindi penso proprio che San Siro non verrà abbattuto».
Sempre a Milano, lei ha contestato la collocazione della Pietà Rondanini di Michelangelo nell’Ospedale Spagnolo. Ora si batterà anche per un ritorno del gruppo scultoreo nell’allestimento firmato dallo studio BBPR, nella Sala degli Scarlioni del Castello Sforzesco? Sgarbi:
«L’arte contemporanea è una forma di identità per Milano. L’allestimento di BBPR è perfetto, anche se in questo
caso la procedura è conclusa: ci vorrebbe un sindaco diverso che mi chiedesse di farlo. Dirò di più: ma vi pare normale che Milano non abbia un museo d’arte contemporanea come si deve? Ne immagino uno nell’area dove si è svolto l’Expo 2015. Appena possibile comincerò a indagare se nella zona dove svettava il Padiglione Zero sia possibile pensare a un nuovo museo».
Altri vincoli che lei vorrebbe mettere, in Italia? Sgarbi:
«Penso al paesaggio del Salento, specie in provincia di Lecce. Uno dei più toccati e deturpati dall’eolico e da altre
forme di produzione energetica. La bellezza di posti come Santa Maria di Leuca o Ostuni non può essere sfregiata. In
Puglia ci sono 1.700 pale eoliche, contro le 9 del Piemonte. Non solo Lecce: voglio studiare bene anche l’area intorno a Brindisi. Penso al Molise, nel tratto da Sepino a Pietrabbondante. E anche in Sardegna presto mi metterò a studiare i dossier su eolico e fotovoltaico».