Benedetta Pilato: «Gli haters? Non mi condizionano, ma la gente spesso non ha contegno, non capisce»
Alla Gazzetta: «Non manca tanto a Parigi 2024, ma dobbiamo smetterla di dare troppa importanza ai Giochi, non c’è solo quello».

2022 archivio Image / Sport / Mondiali di Nuoto / Benedetta Pilato / foto Imago/Image Sport
Oggi Benedetta Pilato compie 18 anni. La poliziotta tarantina dell’Aniene, campionessa mondiale ed europea dei 100 rana e primatista mondiale dei 50 rana si racconta alla Gazzetta dello Sport.
«La mia infanzia non è stata simile a quella degli altri ragazzi. Però io mi sono sempre sentita appartenente alla mia età. È stata felice ma anche diversa».
La Pilato parla del barboncino che riempie la giornata di tutta la famiglia, della passione per la musica e di quella per i tatuaggi. Dalla sua famiglia:
«La mia famiglia mi ha sempre appoggiato in tutto. Su questo non mi posso lamentare. Mi hanno sempre lasciata libera. Mi danno dei consigli, ma spesso decido io per quanto riguarda la carriera».
C’è spazio anche per il suo tecnico.
«Il rapporto con Vito D’Onghia è cambiato e cresciuto. Ad esempio, cambiano gli argomenti di cui parliamo. Se mai dovessi avere un altro allenatore, il rapporto fra noi due rimarrebbe uguale».
La Pilato parla di Taranto, la sua città.
«Fa parte di me. Sarà difficile staccarmi un giorno se dovessi fare la scelta di andare via. Però nella vita uno si abitua».
E degli haters:
«Sono una che non si fa condizionare più di tanto. Però leggo certe cose che mi lasciano senza parole, perché la gente non ha contegno. Insulti pesanti no, però sgradevoli sì. Le persone spesso non capiscono».
Sul suo rapporto con i soldi, la Pilato dice:
«Non sono una che spende, preferisco costruirmi un futuro. Il primo acquisto sarà la macchina: sto già facendo scuola guida. In questo periodo non mi faccio mancare niente. Tipo di macchina? Non ho ancora scelto; non me ne intendo».
Su Parigi 2024.
«Non manca tanto. Però dobbiamo smetterla di dare troppa importanza ai Giochi, sono una bella esperienza ma non c’è solo quello. Dopo aver vinto il Mondiale ho ridimensionato quello che mi era successo a Tokyo. Perché ci sono tante altre gare, una può andare male, ma poi ci sono tante altre occasioni».