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«Con Guzzanti ci siamo sfondati di videogiochi. Giravamo l’Italia con Play Station e presa scart»

Marco Marzocca a Il Fatto: «L’albergo veniva scelto in base alla televisione maggiormente adatta. Dopo lo spettacolo era una lotta a due fino alle cinque del mattino».   

«Con Guzzanti ci siamo sfondati di videogiochi. Giravamo l’Italia con Play Station e presa scart»

Il Fatto Quotidiano intervista l’attore Marco Marzocca. Ha lavorato con Corrado Guzzanti nel programma televisivo Tunnel, su Rai3, ma il successo più grande lo ha raggiunto con la serie tv “Distretto di polizia”. Racconta com’era da ragazzo.

«Da ragazzo mi definivano uno ‘sfigato’ perché stavo sempre al computer. Eppure sono un pioniere di Internet, ho iniziato a navigare quando ancora non c’erano le figure; ho conosciuto mia moglie in Rete, già nel 1999. Costruisco da solo i miei computer».

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«Restavo a casa davanti al computer mentre i miei amici prendevano i motorini e andavano in discoteca a rimorchiare. Non mi interessava il pallone, meglio la letteratura di fantascienza, i supereroi erano, e sono, quasi compagni di vita; quindi videogiochi e ancora videogiochi. Non mi pesava per niente la definizione di sfigato, però ogni tanto, per non restare ai margini della quotidianità, fingevo di capirne di pallone: per mettere in piedi la mia recita, mi piazzavo dietro a quelli che ne sapevano, ascoltavo, quindi tornavo al mio gruppetto e mi rivendevo le frasi e i concetti che a orecchio mi sembravano più interessanti».

Marzocca è laureato in Farmacia alla Sapienza.

«Ho deciso a 25 anni e mi sono laureato in tempi da record. Prima di iscrivermi ho frequentato una scuola paritaria, una da tre anni in uno: i miei compagni di corso erano avanzi di galera e disadattati».

Marzocca ammette di essere ipocondriaco.

«Certo, da sempre. Ho un po’ smesso con il Covid, ora sono più fatalista, mentre prima pensavo al mio funerale e nel mio cervello scattavano i film su come si sarebbe svolto».

Marzocca parla di Corrado Guzzanti.

«Improvvisa pochissimo, è uno meticoloso, studia, per questo raramente sbaglia un colpo. Però quando improvvisa è fenomenale. Ogni volta che vado in scena ho le mani ghiacciate, la salivazione azzerata e la glottide chiusa, così sono costretto ad andare in giro con una lunga serie di bottigliette d’acqua e di mentine. Corrado Guzzanti è diventato il mio migliore amico; all’inizio può sembrare una persona un po’ chiusa, eppure con lui ho passato momenti meravigliosi, divertenti. Ci siamo sfondati di videogiochi, giravamo l’Italia con in valigia la Play Station e la presa scart e l’albergo veniva scelto in base alla televisione maggiormente adatta. Dopo lo spettacolo era una lotta a due fino alle cinque del mattino». 

Racconta a cosa giocavano.

«Videogiochi di calcio; quando Corrado perde si incazza tantissimo».

Cosa farebbe Marzocca se diventasse miliardario?

«Un po’ di beneficenza, ma lo dicono tutti, poi mi allenerei per partecipare al campionato mondiale di videogiochi. Non mi interessano gli yacht, le macchine sportive o altre situazioni simili. Vorrei solo un computer clamoroso.

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