Al CorSport: «Si tratta di un grande bivio per il campionato. E poi diventerebbe molto complicato recuperare il distacco».
Il Corriere dello Sport intervista il difensore dell’Inter e della Nazionale, Alessandro Bastoni. Parla dell’Italia che non è riuscita ad accedere al Mondiale in Qatar.
«Come tutti i miei compagni di Nazionale, avrei voluto partecipare e rappresentare il nostro Paese. Possiamo solo resettare e riprovarci tra 4 anni. La botta è stata grande. Ancora di più pensando che è stata la seconda volta di fila per l’Italia. Da giocatore avverti un grande senso di responsabilità per aver mancato questo traguardo».
Bastoni parla dell’Inter, che a Udine ha toccato il punto forse più basso della prima parte della stagione. Racconta come ha fatto la squadra, dopo, a ripartire.
«Ci siamo aggrappati a noi stessi, a un gruppo che è solido e forte. Ci siamo ricompattati, avendo la consapevolezza che soltanto uniti e assieme potevamo tirarci fuori da quella situazione. Ci siamo parlati, abbiamo cercato di individuare i problemi e anche adesso stiamo cercando di risolverli in maniera definitiva».
Proprio a Udine, Bastoni prese a calci la panchina dopo essere stato sostituito da Simone Inzaghi. Un’immagine che fece il giro del web e che lui commenta.
«È nato tutto dal nervosismo che avevo addosso per non riuscire a fare quello che so di poter fare normalmente. Ripeto, è stato importante parlare tra di noi. Da quel momento ne siamo usciti più squadra rispetto a come eravamo prima».
Come mai l’Inter subisce così tanti gol in trasferta?
«È difficile trovare una risposta, perché non esiste una ragione tecnica. Credo che fondamentalmente sia un aspetto mentale. In questi casi, la ricetta è unicamente lavorare».
Alla ripresa del campionato l’Inter incontrerà il Napoli. Un confronto cruciale in ottica scudetto. Bastoni dichiara:
«Certamente si tratta di un grande bivio per il campionato. Non portare a casa un risultato positivo sarebbe una botta molto dura da digerire. E poi diventerebbe molto complicato recuperare il distacco».
Gli viene chiesto di fare un confronto tra Conte, Inzaghi e Mancini. Bastoni spiega:
«Con Conte, entravi in campo sapendo alla perfezione quello che dovevi fare, perché tutto era stato studiato in modo maniacale. Gli altri due sono molto simili per come preparano le partite, per l’atteggiamento che hanno in campo e per come si approcciano ai giocatori. Nel senso che sono molto tranquilli e aperti al dialogo. Posso aggiungere che, a livello di gioco, Inzaghi mi ha dato tanto, perché la propensione a spingere del braccetto nasce proprio con lui».
E’ vero che Conte avrebbe voluto Bastoni al Tottenham?
«Qualche contatto c’è stato, ma io sono contento di essere rimasto all’Inter».