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Pensa l’Italia al posto della Germania… Quando Chiellini scambiò il razzismo col nazismo

Meno male che siamo fuori dal Mondiale. Già agli Europei col Black Lives Mater rimediammo la nostra figuraccia, figuriamoci adesso

Pensa l’Italia al posto della Germania… Quando Chiellini scambiò il razzismo col nazismo

Neuer ieri non si è fatto ammonire. Ha indossato la fascia regolamentare e non quella arcobaleno dei ribelli. La Germania ha cercato una via alternativa, pavida e ipocrita, per protestare contro la Fifa. In patria gli hanno rinfacciato che così non si fa, è una figuraccia. La Faz ha scritto che la foto (censurata dalla regia internazionale) dei giocatori con la mano a tapparsi la bocca rende perfettamente il senso incestuoso del gesto: hanno dimostrato di saper stare zitti. Altrove li celebrano per il coraggio; la foto è “iconica”, dicono. Fa discutere. Oggi Repubblica si chiede: e l’Italia? Che avrebbe fatto l’Italia al posto della Germania? Nel caso la domanda non fosse sarcastica – non ci pare – rispondiamo noi.

Noi stiamo ancora aspettando che Chiellini, capitan Chiellini campione d’Europa, dia seguito all’impegno preso a reti unificate il 26 giugno 2021, in pieno dibattito sul Black lives matter:

“Credo non ci sia stata nessuna richiesta. Quando ci sarà la richiesta da parte dell’altra squadra, ci inginocchieremo, per sentimento di solidarietà e sensibilità verso l’altra squadra. Cercheremo di combattere il nazismo in un altro modo, con iniziative insieme alla Federazione nei prossimi mesi”.

All’epoca – mancava poco e avremmo vinto gli Europei bypassando il problema – il mondo si inginocchiava contro il razzismo, e gli Azzurri non sapevano che fare: alcuni genuflessi, altri no, qualcuno a fingere uno squat parecchio impacciato. Il Paese fondato sulle “sparute minoranze di cretini”, quello di un ex presidente della Federcalcio che chiamava i giocatori di colore Optì Pobà, finì per indignarsi. 

Cosa avrebbe fatto l’Italia al posto della Germania, dunque? Avrebbe probabilmente infilato la coda delle sette Nazionali impaurite dal cartellino giallo. Trovando nella moltitudine una calda coperta alla viltà endemica. O si sarebbe impapocchiata tra le mille colorazioni delle fasce simboliche, “No discrimination” o “One Love, che ci mettiamo addosso? Vai a sapere. Il razzismo come il nazismo, gli stessi sfondoni. Chiellini (il calciatore laureato, il “dottore”) non c’è più, in Nazionale. Ma non ce lo immaginiamo Bonucci a immolarsi per la causa Lgbt+, senza lanciarsi in pericolosissimi distinguo all’italiana.

I nazisti di Chiellini erano come quelli dell’Illinois. Solo che non si sa bene chi fosse la macchietta e chi finisse al fiume come nei Blues Brothers. Per rispondere a Repubblica: meno male che l’Italia può risparmiarsi almeno questo disagio ideologico. Come sono belle le amichevoli con l’Albania, Ballando con le stelle permettendo. Gianni Infantino, peraltro, è italiano. Meglio combattere il nazismo che un illustre concittadino, per carità di patria.

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