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L’obesità infantile è un problema sociale e di alimentazione, anche a Napoli

I dati preoccupanti dell’Asl Napoli1, lo stile di vita è cambiato: i nostri figli sono più sedentari, non si gioca più per strada. L’esempio dei genitori è fondamentale

L’obesità infantile è un problema sociale e di alimentazione, anche a Napoli

Comme stai sciupato. L’obesità infantile

“Comme staie sciupato figlio mio…” oppure “Magna che te si fatto secco secco!”.  Quante volte avete sentito queste parole dalle nonne o dalle zie che vi accoglievano in casa con una coppa di cioccolatini o caramelle? Io centinaia, lo ricordo benissimo, soprattutto quando da piccolo, magrolino ed emaciato venivo lasciato a casa dei parenti perché mia madre andava a lavorare, e le comari del pianerottolo me lo ripetevano anche se mi avevano incontrato il giorno prima.

Mia nonna era la peggiore, lei ogni giorno mi faceva fare una passeggiata e mi comprava ‘a bella cosa. Ma non era colpa sua, a parte l’affetto per il nipote, lei aveva vissuto la fame vera, quella della guerra, quella che l’aveva costretta a mangiare le bucce delle patate o ad andare a comprare il pane a piedi a San Sebastiano al Vesuvio.

Forse per quello, avere un nipote magrolino come me, la faceva preoccupare, non sarei sopravvissuto ad una carestia.

Da quei giorni sono passati quarant’anni ma l’abitudine di abboffare i fanciulli in città non è cambiata, ancora si pensa che un bambino grassottello sia bello e sano. È falso. Il mondo è cambiato: prima, quando ero piccolo, si giocava per strada, si stava a casa il meno possibile, perché videogiochi e telefonini erano una fantasia, l’obesità infantile era rara perché anche i più grassottelli, avevano la possibilità di muoversi ed in un modo o nell’altro mantenevano una forma. C’erano meno supermercati, meno merendine, snack, patatine, bibite, ma soprattutto c’era più voglia di uscire e muoversi.

Avevo pochi soldi in tasca, anzi quasi niente, non potevo comprarmi le patatine e la coca cola, dovevo risparmiarli per cose più importanti.

Ogni tanto faccio un giro per i condomini intorno a casa mia, passeggiando per strada, non trovo bambini che giocano a pallone, non sento più il classico frastuono delle saracinesche seguite dal grido “Gol”, c’è un triste ed innaturale silenzio, mentre negli appartamenti esplodono i colpi dei giocatori di Fortnite o le urla dei mostri di prodotti da Netflix. Mi dico: è Napoli, tutti dovrebbero stare in giro, vorrei bussare ai citofoni come facevo da piccolo e chiedere “Mi scusi signora può scendere Marco? o Matteo? o Francesco?”.

Mentre Instagram impazza di belle donne e uomini che mietono follower mostrando i loro fisici ben temperati, mi guardo intorno e mi sembra di essere negli Stati Uniti, dove si incontra un obeso ogni tre persone. Napoli è cambiata? La dieta mediterranea è stata messa da parte? Che succede?

Intanto guardando i dati reali, la Campania, come tutto il sud Italia soffre di un problema sociale, alimentare e di stile di vita.

Si, i napoletani stanno diventando più sedentari e mangiano male, troppo e male. Non lo dico io, ma l’Asl Napoli 1: in Campania il 21% dei bambini ed il 40% degli adolescenti è obeso o sovrappeso, la metà dei bambini e dei ragazzi beve almeno una bibita zuccherata al giorno, e l’85-90% non svolge un’attività fisica adeguata. Inutile chiedersi le percentuali di ragazzi che mangiano verdure.

A prescindere dal fatto che una cattiva alimentazione e la sedentarietà sono un danno per la salute, causando alla lunga gravi malattie quali il cancro, l’infarto, l’ictus, il diabete, ciò che preoccupa è il fatto che molti genitori non hanno consapevolezza di questi rischi, non si accorgono dei chili in più che hanno i loro figli e addirittura fanno in modo che mangino più di quanto dovrebbero o facciano poca attività fisica. Il bambino non deve essere forzato a mangiare troppo, perché questo è il modo per aprire la strada al sovrappeso, all’obesità e all’alimentazione sbagliata.

Mio padre mi diceva: “se giochi a pallone sotto la pioggia non ti ammali perché sei in movimento, quindi non ti preoccupare, gioca e poi ti asciughi” ; oggi si sente troppo spesso il vecchio adagio “Non correre, non sudare”, c’è paura dei raffreddori e delle febbri: tutto può essere Covid 19. E così i ragazzi sono sempre più sedentari. Stando a casa, magari videogiocando o vedendo quattro episodi consecutivi di una serie televisiva, cosa fanno? Bevono e mangiano, soprattutto snack. In Italia si vendono 6 miliardi di snack dolci all’anno. Non serve commento per questo dato.

Si stima che il 30-35% dei tumori derivi da cattive abitudini alimentari e che la scarsa attività fisica determini il 15% dei tumori della mammella e del colon. Qui non si scherza.

La salute si fa da bambini e per fare in modo che nostro figlio cresca sano è necessario abituarlo fin da piccolo ad una corretta alimentazione e ad un’adeguata attività fisica. L’esempio dei genitori è di grande importanza: ovviamente, se dico a mio figlio di fare attività mentre guardo la tv mangiando le patatine il consiglio ha poca efficacia.

Molte ricerche hanno dimostrato che l’esempio dei genitori ha un ruolo fondamentale nello strutturare valori, atteggiamenti, regole che serviranno al figlio, al momento opportuno, per scegliere come comportarsi nelle varie situazioni. Non è semplice con la vita frenetica che conduciamo tutti noi, ma è bene abituarsi ad evitare di cucinare cibi preconfezionati (quelli belli e pronti per la friggitrice e o per il microonde), o in scatola. Ne so qualcosa, sono il maggiore di tre fratelli e mio padre per sfamarci friggeva anche le sedie che avevamo in casa, usando lo stesso olio per settimane. Sono sopravvissuto nonostante tutto, ma quei cibi erano ricchi di grassi e zuccheri subdoli, che, associati alla sedentarietà, sono un biglietto di sola andata per l’obesità.

Basta invece un po’ di organizzazione e si possono preparare piatti gustosi con le verdure fresche, i legumi e la pasta, oppure fare uno snack con mandorle e frutta. E quando nostro figlio ci dice “Non mi piace !” per la prima volta, è consigliabile evitare di preparare qualcosa altro solo per soddisfare il capriccio, ma rispondere semplicemente: “Questo c’è a tavola oggi, se non lo mangi ora lo mangerai stasera!”. Vedrete che pur di non morire di fame il ragazzo mangerà.

Vi lascio con una nota positiva per combattere l’obesità infantile

Nonostante sembri che la situazione sia drammatica, la Città di Napoli non è rimasta guardare per fortuna, e per aiutare i genitori ha messo a disposizione un po’ di materiale che segnalo qui sotto:

1) “Come fare un’alimentazione corretta“, una locandina da stampare e mettere in cucina, per ricordarsi ogni giorno cosa cucinare per fare un’alimentazione sana;

 

2) “Lo Snackometro”, uno strumento per orientarsi tra 365 snack presenti in commercio e scegliere quelli più accettabili;

3) “Calendarietto della frutta e verdura”. Un calendarietto tascabile per sapere quando matura la frutta e la verdura in Campania e potere così comprare solo quella di stagione

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