“La Curva Nord è una piccola Medellin, si fanno tutti, sulle gradinate e nei bagni”
Il Fatto racconta i traffici di Boiocchi legati alla cocaina e i legami con la 'ndrangheta. I tifosi raccontano: fiumi di droga e a spacciare non sono semplici pusher

Db Milano 29/10/2022 - campionato di calcio serie A / Inter-Sampdoria / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: curva tifosi Inter
“La Curva Nord è una piccola Medellin, si fanno tutti, sulle gradinate e nei bagni”.
Il capo ultrà dell’Inter, Vittorio Boiocchi, ucciso sabato scorso a Milano, era implicato in diversi affari illeciti, legati ai biglietti delle partite, ai concerti a San Siro e alla droga. Il Fatto Quotidiano si sofferma sul tema presentando Boiocchi come un personaggio molto influente nel campo della droga negli anni Novanta,
“capace di gestire non solo il traffico per conto delle famiglie siciliane, ma anche il riciclaggio del denaro sporco, in un caso acquistando a tappeto edicole e irrorandole con il denaro della droga che così veniva ripulito”.
Il quotidiano riporta la descrizione che fanno della Curva Nord i tifosi che normalmente la frequentano. La paragonano a una piccola Medellin, dove si drogano tutti, nelle gradinate e nei bagni. Nella Curva Nord scorrono fiumi di droga.
“E chi oggi vive la Curva Nord, sia in casa che in trasferta, paragona le quinte della curva a una piccola Medellin, dove tutti “si fanno, chi sulle gradinate, chi nei bagni”. Migliaia di persone e un fiume di droga che naturalmente non è gestito da semplici pusher. Anche per questo, sabato sera, dopo che la curva Nord ha abbandonato il secondo anello verde riversandosi al Baretto, storico luogo di ritrovo del tifo organizzato nerazzurro, la parola più diffusa per spiegare l’omicidio di Boiocchi era: ’ndrangheta. Al momento però mandanti, movente e killer mancano all’appello. Del resto è passata appena una settimana dall’agguato. Qualcosa, in via molto teorica, potrebbe emergere dall’inchiesta nata nel 2019 sulle dinamiche interne della Nord, a partire dagli scontri di Inter-Napoli del 26 dicembre 2018. Atti che sono ora sul tavolo del pm Paolo Storari, titolare del fascicolo su uno degli omicidi più clamorosi della storia recente di Milano. Fonti investigative che hanno seguito il fascicolo restano fredde rispetto all’individuazione di un movente. Più concreta l’ipotesi che i motivi dell’omicidio stiano in quel milieu di criminalità alta che sconfina nel crimine organizzato. E del resto risultano certificati in atti i contatti recentissimi di Boiocchi con personaggi collegati alle cosche calabresi della Piana di Gioia Tauro e coi tirapiedi dei clan pugliesi che già hanno avuto interessi criminali all’interno dell’Ippodromo”.