La lettera dell’ex presidente è sulla Gazzetta: «Nessuno di noi lo conosceva, votasti anche tu per attribuirgli una posizione non apicale»
Aia, Nicchi scrive a Trentalange: «Hai voluto tu D’Onofrio, furono espresse riserve sulla nomina»
L’ex presidente dell’Aia, Marcello Nicchi, ha scritto una lettera molto dura all’attuale numero uno degli arbitri italiani, Trentalange e al Comitato Nazionale Aia. In essa scrive che fu proprio l’attuale presidente dell’Aia, Trentalange, a volere la nomina di Rosario D’Onofrio a procuratore capo, nel 2009. Ricordiamo che D’Onofrio è stato arrestato per traffico internazionale di droga nelle scorse settimane. All’epoca, scrive Nicchi, nessuno conosceva D’Onofrio, anzi, furono espresse perplessità sulla sua nomina.
Della lettera di Nicchi scrive la Gazzetta dello Sport.
“Adesso è l’ex presidente dell’Aia Marcello Nicchi a farsi sentire con una lettera, dura quanto chiara, rivolta a Trentalange e al Comitato nazionale”.
In una recente riunione con i presidenti dei comitati regionali e di sezione, Trentalange ha dichiarato che D’Onofrio è stato nominato componente della Commissione disciplina nazionale, sotto la gestione del presidente Nicchi. Ma Nicchi non ci sta e scrive a Trentalange:
«Che nella riunione del marzo 2009 (…), il nominativo di Rosario D’Onofrio, presentato come ufficiale dell’Esercito, fu da te proposto» e «che prima della tua segnalazione nessuno di noi, tranne il componente Iori, lo conosceva, ma neppure l’aveva sentito nominare per pregresse attività nell’Associazione», «che Iori espresse riserve sulla tua proposta», «che fu decisa la nomina dell’associato D’Onofrio in posizioni non apicali» e «che tale decisione fu deliberata all’unanimità e quindi anche con il tuo voto».
Intanto, la Procura federale studia il fascicolo arrivato dall’Aia, unitamente alle carte della Procura di Milano, nella speranza di trovare notizie importanti anche sul fronte sportivo. Mentre ieri è il Comitato nazionale Aia ha revocato benemerenze e premi precedentemente attribuiti a D’Onofrio, oltre che la carica di procuratore arbitrale.
La Gazzetta scrive che invece
“sembra non venga più commissariata la sezione di Cinisello Balsamo, quella di D’Onofrio, ma solo deferito il presidente”.