Sacchi: «Ora senza Haaland Guardiola fa fatica»
Alla Gazzetta: «Il norvegese attacca benissimo gli spazi, altri giocatori erano troppo fermi». In estate il Guardian scrisse che Haaland era l'occasione di Pep per uscire dalla zona di comfort

foto Andrea Rigano'/Image Sport
La Gazzetta dello Sport intervista Arrigo Sacchi sul sabato del pallone e sulle partite della domenica.
Parte da Leicester – City.
«Haaland attacca benissimo gli spazi, senza di lui Guardiola ha faticato perché molti giocatori erano troppo fermi».
Passa per De Zerbi.
«Sono contento per De Zerbi. Misi una buona parola per lui quando il Sassuolo decise di prenderlo».
I numeri incredibili di Haaland lasciano poco spazio a dubbi. Sacchi non fa che confermare un fatto oramai palese. Lo stesso Guardiola, forse non il capostipite ma l’attuale numero uno degli allenatori col joystick, ha chiarito che ad Haaland non può chiedere di stare qui o stare lì, che «è puro istinto», che sembra che sia la palla a cercare lui. Il Guardian, in estate, scrisse che il norvegese era per Guardiola l’occasioner per uscire dalla sua zona di comfort.
«La squadra più ossessionata dal possesso palla – scrissero gli inglesi – ha ingaggiato un fuoriclasse il cui unico punto debole è la capacità di mantenere il possesso palla. L’allenatore che ci ha regalato il tiki taka, il gioco dai centomila passaggi, ha preso un attaccante che non ha certo nei passaggi la parte più sviluppata del suo gioco. Haaland effettua meno passaggi di qualsiasi altro cannoniere in Europa: Benzema effettua 41 passaggi ogni 90 minuti, Mbappé 38,9, Salah 35, Cristiano Ronaldo 32,4. Haaland 22, è 129esimo tra i 193 attaccanti dei primi cinque campionati europei che hanno giocato più di 18 partite».