Il progetto in anteprima. Sarebbe un ribaltone di potere e aprirebbe le porte all’ingresso dei fondi di investimento stranieri (ai quali Adl non è più favorevole)
Secondo quanto scrive Il Fatto Quotidiano, la Lega Serie A ha un piano segreto: diventare una Spa per gestire le attività commerciali del campionato, diritti tv compresi. Il quotidiano scrive di aver visionato la relazione riservata che descrive il progetto.
“Se mai nascerà, si chiamerà “Serie A Spa”, o qualcosa di simile. Una nuova società, per gestire tutte le attività commerciali del nostro campionato, diritti tv compresi. Ma forse anche (e soprattutto) per un ribaltone di potere, e per aprire uno spiraglio per l’ingresso dei fondi d’investimento stranieri nel pallone italiano. Di media company in
Lega calcio si parla da anni, adesso sul tavolo dei patron c’è anche il progetto: una relazione riservata, che il Fatto Quotidiano ha potuto visionare, spiega come e cosa farebbe”.
Il quotidiano spiega di cosa si occuperebbe la Spa.
“Si occuperà delle attività di consulenza sui diritti tv, ma anche della vendita di immagini e spazi pubblicitari, di giochi e di scommesse, dei diritti d’archivio e persino della produzione e distribuzione diretta dei prodotti audiovisivi”.
Il dossier individua già anche due ipotesi di governance:
“la prima è un consiglio di amministrazione a 5, 3 esterni e 2 espressione delle squadre, con l’amministratore delegato eletto fra i primi, e il presidente fra i secondi; ad affiancarlo un organo di indirizzo politico in seno alla Lega, fatto di 8 rappresentanti e guidato dal presidente di Lega. L’alternativa è un “sistema dualistico” tutto interno alla
media company, con un consiglio di gestione fatto di esterni e uno di sorveglianza composto dalle squadre”.
Il potere in questo modo, sarebbe sottratto ai presidenti litigiosi della Serie A.
“La creazione della Spa e la conseguente riscrittura dello statuto (pure questa allo studio) avrebbe l’effetto di portare
il potere fuori dall’assemblea, cioè toglierlo ai litigiosi patron (non è detto sia un male), ma anche di rivoluzionare i vertici. Curiosamente (e non può essere un caso) nella relazione non viene mai citata la figura dell’attuale Ad De Siervo”.
C’è poi il tema dei fondi.
“Il dossier scrive che la Spa sarebbe “interamente partecipata dalla Lega”, solo in seguito “si valuterà eventualmente
la vendita di una quota di minoranza”: la media company non è necessariamente collegata ai private equity ma è
chiaro che rappresenta il cavallo di troia per il loro ingresso, visto che sarebbe questa la società di cui comprerebbero
un pezzo (senza non c’è niente da cedere)”.
Il quotidiano conclude:
“È una partita che vale potere e miliardi. Per ora la fronda dei club che vogliono provare il colpo di mano pare in minoranza: in passato i private equity erano sostenuti dalle big (e osteggiati dal gruppo Lotito), ora De Laurentiis si è sfilato e anche il Milan di Scaroni non sembra più convinto”.