Repubblica: Marquez il campione dall’odioso sorrisetto temuto dai bravi ragazzi di oggi
In pole dopo tre anni e quattro operazioni, è arrivato quarto al Gran Premio in Giappone. I colleghi lo soffrono terribilmente, e lui lo sa.

Misano Adriatico (Italia) 15/09/2019 - gara Moto GP / foto Insidefoto/Panoramic/Image Sport nella foto: Marc Marquez
“Avreste dovuto vedere che facce, gli altri, quando il Cannibale si è presentato con quell’odioso sorrisetto in conferenza stampa: piccoli cenni del capo, gelide strette di mano. Ancora tu. Marc Marquez è tornato, questa volta per sempre. La pacchia è finita?”.
Lo scrive Massimo Calandri su La Repubblica. Al Gran Premio di Moto Gp di Montegi, in Giappone, è arrivato quarto.
“La MotoGp torna sull’orlo di una crisi di nervi. E pensare che fino all’altro giorno filava tutto liscio, con tanti bravi ragazzi a giocarsi il titolo”.
Invece è tornato lui, a sparigliare le carte. Dopo tre anni e quattro operazioni.
“Invece, rieccolo: è come una scarica elettrica. Se quest’anno non può più prendersi il Mondiale — ma parte già favorito per il prossimo — vale comunque la pena far saltare il banco. È un modo per mettere pressione sugli avversari, strategia in cui ha superato pure Rossi”.
Può essere l’arbitro del Mondiale. I colleghi non lo amano.
“Quel talentuoso, irascibile, carissimo Marc Marquez. I bravi ragazzi lo soffrono terribilmente, e lui lo sa. Così come sa che la sua ingordigia gli è costata tre mondiali. Dopo la frattura al braccio, si era messo a fare le flessioni qualche giorno dopo l’operazione e poi era tornato in pista a tempo di record: solo per mettere paura agli avversari. Ci ha riprovato ancora, due volte, gli è andata peggio. Ha ragione Zarco: è sempre stato il più forte di tutti. Ma esagera. Non riesce a tenere a bada i suoi stessi demoni. Che lo divorano. Qualcuno nel paddock giura di averlo visto piangere, al Mugello. È allora che qualcosa nella sua testa ha fatto: clic. «Devo fermarmi, fare le cose per bene e con calma»”.