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Martial: «Mourinho mi metteva in cattiva luce nelle conferenze stampa, gli piacciono questi giochetti»

A El Pais: «Mi tolse la numero 9 a mia insaputa, mancandomi di rispetto. Allo United ho vissuto una sensazione di profonda ingiustizia»

Martial: «Mourinho mi metteva in cattiva luce nelle conferenze stampa, gli piacciono questi giochetti»
2019 archivio Image Sport / Calcio / Manchester United / Anthony Martial / foto Imago/Image Sport

Il giocatore del Manchester United, Anthony Martial, ha raccontato a El Pais la sua esperienza nel club inglese quando ad allenarlo erano Jose Mourinho e Ole Gunnar Solskjaer. Non ha parole tenere con nessuno dei due.

Di Mourinho racconta che lo costrinse a cedere la maglia numero 9 a Zlatan Ibrahimovic.

“Durante le vacanze, Mourinho mi mandò un messaggio chiedendo se volevo la maglia numero 11, spiegando che era fantastica, perché era il numero della leggenda Ryan Giggs. Gli risposi che avevo grande rispetto per Giggs, ma che preferivo tenere il mio numero, 9. Quando tornai nel ritiro estivo vidi che avevano cambiato il mio numero a mia insaputa. Ero diventato l’11. Mourinho mi mancò di rispetto”.

Continua raccontando che Mourinho lo aveva messo in cattiva luce nelle conferenze stampa.

“Lo faceva con piccole frasi, un po’ come aveva fatto con Karim Benzema al Real Madrid. Gli piacciono questi giochetti, ma sa anche con chi lo fa. Sa che allora avevo 20 anni e che se avessi detto qualcosa sari stato io a passare per un giovane irrispettoso. Quindi non dissi niente, era inutile”.

Su Solskjaer:

“Avevo giocato regolarmente infortunato. L’allenatore non si è mai preoccupato di dirlo ai media”.

E ancora:

“Ho vissuto una sensazione di ingiustizia. Ti chiedono di sacrificarti per la squadra e poi ti licenziano. Per me, è stato quasi un tradimento”.

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