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La Juventus fa quasi tenerezza, ed è un sentimento del tutto nuovo

Come si dice “Palo ’e fierro” in coreano? Un atalantino tira i pantaloni a Zaniolo e ne mostra le mutande ponendo fine al “gamberetto-gate”

La Juventus fa quasi tenerezza, ed è un sentimento del tutto nuovo

FALLI DA DIETRO – 7° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2022-23

Nel giorno del trionfo azzurro, franano tutte.

Al Friuli scende in campo un’Inter in condizioni fisiche penose. Ancora peggio la condizione mentale,
Va in vantaggio con una perla di Barella.
A questo punto, invece di controllare, i Suninter cadono nel panico, complice anche la fisicità minacciosa degli udinesi.

Belli giovani e ambiziosi i ragazzi di Sottil sbaragliano il campo e si prendono per qualche ora la vetta.
Insomma la squadra bianconera vince e convince.
No, non è la Juve però.

La Juve frana a Monza.
Sì a Monza. Dove gioca una squadretta raffazzonata, con un mister che non ha giocato manco un minuto in A.

Una squadretta di provincia di proprietà del Patonza.

Non so se devo essere più scontento che abbia vinto lui o più contento che abbia perso la Juve.

In realtà me ne frego allegramente.

Allegramente gli ergastolani scendono in campo per giocare contro il mister.

Fanno quasi tenerezza i bianconeri. Ed è un sentimento del tutto nuovo.

Il fallo di El Fideo è così smaccato da profumare di ammutinamento definitivo.

Il serbo – nella sua solitudine – sembra in attesa di una sola notizia. L’esonero di Acciughina.

Ma le colpe del disastro sono anche altrove.

Un progetto tecnico aziendale fallimentare.
Che dal 2018 ha virato sulla costruzione di una squadra puntando sui nomi blasonati.
Con risultati devastanti per la classifica e i bilanci.

A tutto quanto si aggiunga le difficili condizioni finanziarie in cui versa la proprietà.

La evidente perdita del potere politico è la conseguenza di un taglio massiccio alle risorse un tempo desinate a vivificare e sostenerlo, quel potere.

Franano i Sangue-Oro all’Olimpico contro una Dea pratica e concreta.

Un tiro, un gol.

Vagonate di occasioni create da Mou ma il gol non arriva e non arriverà.
Abraham è la sintesi di questa Roma.
Domina tutti i duelli individuali.
Poi arriva davanti alla porta, e fallisce gol impossibili.
Lui di mestiere questo fa, il centravanti deve produrre gol.

La partita tra l’altro, passerà alla storia piccola e pettegola per una immagine chiarificatrice e per qualcuno rassicurante.

Niccolò Zaniolo ha un vigoroso contrasto con un difensore atalantino il quale, in tutta foga agonistica, strattona il giallorososso in modo scomposto tirandogli su i pantaloncini fino a mostrare le intere mutande.

Le immagini sono apodittiche.
E pongono fine al “gamberetto-gate”.
La pruriginosa polemica da casalinghe lanciata tempo fa dalla maldicente influencer Chiara Nasti, reduce col manzo sangue-oro, di una turbolenta vicenda intima.

La partita fra chi vincerà lo scudetto si gioca a San Siro.
È la partita più bella giocata finora.
E la vince il Napoli.

Ogni pallone toccato da Kiarastella fa precipitare letteralmente nel panico i difensori rossoneri.

Le giocate imprevedibili del giorgiano sono probabilmente la chiave del match.

Mister John Malkovic è costretto a intervenire.
E sballa i cambi.

Azzurri in vantaggio con Politano che replica il rigore di Ibrox.

Ci penserà come sempre Oliver con una genialata a ristabilire le distanze.

Ma non finisce qui.

Entra il Chiolito al posto di un malservito e anonimo Raspadori.

Su un’imbucata perfetta di uno stratosferico Barilotto Lusitano, trova l’incornata giusta per il trionfo.

Poi due traverse negano il pareggio ai Diavoli, che forse sarebbe stato anche meritato.

Ma godiamocelo, una volta tanto, questo briciolo di buonasorte e di meritata felicità.

E’ un Napoli sontuoso e per certi versi inatteso.

Un Albatros friulano in versione Superman.
Un Charlie Brown che le prende tutte lui.
Un Kiarastella che li fa impazzire tutti.
Una difesa che è un muro.
A proposito, come si dice “Palo ’e fierro” in coreano?

Una squadra spudorata, come non s’era mai vista negli anni scorsi.
Una squadra che gioca e non sente la bolgia di San Siro.

Ora c’è la sosta. E siamo primi. Brindiamo. E assaporiamo minuto per minuto i favori del quotidiano propizio.

Ancora una settimana senza fascisti al potere.

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