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Dal Vomero a Pozzuoli in metropolitana in un’ora e 45 minuti

Linea 1, attesa di 16 minuti. I nuovi treni passano ma sono corse di prova. Linea 2, non ci sono mappe delle fermate, regna un senso di abbandono

Dal Vomero a Pozzuoli in metropolitana in un’ora e 45 minuti

Ah quanto è bella Napoli! Se si potesse visitare, però, vivere, se ci si potesse lavorare senza compiere traversate che sembrano oceaniche. Lo diciamo da sempre, è vero, ma non cambia mai niente. E allora forse è meglio ricordare in quali condizioni si vive in questa città. A partire da un esempio banalissimo ma concreto che riguarda i trasporti. Una priorità, non un dettaglio.

Ieri, per motivi di lavoro, ho dovuto raggiungere Pozzuoli dal Vomero. Un tragitto che in auto si compie in meno di mezzora, ma per il quale invece con le due metro, Linea 1 e Linea 2, ho impiegato un’ora e 45 minuti.

Ero nella Linea 1 alle 14.10. Tempo di attesa del treno successivo: 16 minuti. Una cosa che, non ci stancheremo mai di ripeterlo, è da Burundi, non da Italia, o almeno non dovrebbe esserlo.

Ad agosto sono finalmente arrivati i nuovi treni, promessi per la prima volta nel 2017 dall’amministratore unico di Anm, Alberto Ramaglia, che ci garantì che sarebbero arrivati nel 2018. In realtà il primo di questi treni, come spiegava bene Il Mattino ad inizio agosto, è arrivato nel 2020, con due anni di ritardo, ma le nuove vetture non sono mai state messe in funzione. Ora pare sia stato effettuato il collaudo notturno e che sia in corso quello diurno: si tratta solo di aspettare che i treni compiano 5mila chilometri a vuoto per testarli. Che saranno mai 5mila chilometri di fronte ad un’attesa di cinque anni? Se le nuove vetture potranno farci vedere la luce sarà comunque un buon risultato. Si chiama vedere il bicchiere mezzo pieno, questione di sopravvivenza in una città come la nostra.

Posso assicurare che uno dei nuovi treni l’ho visto transitare sul binario, durante gli interminabili 16 minuti di attesa di ieri, a Piazza Quattro Giornate. Bellissimo, luccicante, illuminato alla perfezione, con il simboletto del Wi-Fi dipinto sui vagoni (un’illuminazione). Sembrava un treno di quelli dell’alta velocità. Solo che aveva affisso sulle porte il cartello: “Treno fuori servizio”. In italiano, ovviamente, perché a Napoli – strano ma vero – non si prende neppure in considerazione possano esserci i turisti. E infatti ce n’erano due, inglesi, in attesa con me sul binario, che quando il treno si è fermato per far scendere un autista giustamente hanno provato a salirci.

Alla fine, dopo i 16 minuti, un treno “funzionante” (anche se vecchio) è arrivato. Stipato di gente, manco a dirlo. Talmente tanta gente che non saprei dire se l’aria condizionata funzionasse: era un carnaio. Nell’attesa dei 12 nuovi treni tanto agognati, però, deve essersi sfasteriata pure la voce elettronica che fino a qualche tempo fa indicava la fermata successiva e il lato da cui scendere. C’era solo tanto silenzio, a parte qualcuno che, ovviamente, smadonnava.

Alla stazione Museo sono scesa per cambiare linea e prendere la Linea 2. I treni, in questo caso, sono decisamente vecchi ma almeno ho aspettato solo 5 minuti l’arrivo del successivo, ho potuto sedermi (ma solo perché ovviamente è meno frequentata della Linea 1) e qui sono certa che l’aria condizionata non funzionasse. Gli erogatori di gel per le mani erano inesorabilmente vuoti, i sediolini sembravano quelli dei vecchi cinema a luci rosse che negli anni ’90 si usavano per i corsi universitari. All’interno del treno, inoltre, non c’era neppure uno straccio di mappa delle fermate, per cui per capire quante fermate mancassero a quella desiderata bisogna collegarsi ad Internet per cercare la cartina o l’elenco delle stazioni. Almeno qui, però, funziona la connessione e hai anche la linea per telefonare e magari avvertire che viaggi in ritardo, fare qualcosa col cellulare, insomma, che non sia una partita a Solitario o Bubble Shooter.

Con me hanno viaggiato i due poveri inglesi, ma non ho avuto il coraggio di rivolgere loro la parola. Mi sono vergognata profondamente dello stato da terzo mondo dei nostri trasporti. Un’ora e 45 per arrivare dal Vomero alla bellissima Pozzuoli è mortificante. Come il fatto che il biglietto della metro sia arrivato a 1,20 euro, cifra ingiustificabile per un viaggio da carro merci.

Napoli sarà pure la città più bella del mondo, per carità, ma è meglio se te la guardi su Internet, o dal balcone di casa, se sei fortunato, è meglio se ti racconti le bugie che ti aiutano a distorcere la realtà, unico modo per sopravvivere in queste condizioni.

La prossima volta, per andare a Pozzuoli, prendo l’auto.

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