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Il Giornale: Raffaella Carrà per anni snobbata dall’«intellighenzia» che oggi la esalta

A un anno dalla morte. Amatissima dal pubblico, sopportata dagli altri. Non faceva parte degli intellettuali politicamente schierati. Non aderiva ad alcuna lobby

Il Giornale: Raffaella Carrà per anni snobbata dall’«intellighenzia» che oggi la esalta
An Milano 05/03/2013 - conferenza stampa presentazione 'The voice of Italy' / foto Andrea Ninni/Image nella foto: Raffaella Carra' Maria Roberta Pelloni

Un anno fa, oggi, moriva Raffaella Carrà, a 78 anni. Oggi Paolo Giordano la ricorda su Il Giornale. Per anni è stata un’antidiva “scorretta”, snobbata dall'”intellighenzia” che oggi la esalta.

La Carrà ha vissuto la morte con la stessa riservatezza con cui aveva vissuto. E’ stata una pioniera anche nella sua discrezione.

“Ingrata come spesso le capita, l’Italia finora le ha dedicato «solo» una parte di lungomare nella sua Bellaria dove la mamma gestiva con la nonna il Caffè Centrale. A Madrid invece le hanno dedicato una piazza nel quartiere Malasana, vicino Chueca, il quartiere simbolo della comunità omosessuale. Raffaella Carrà è sempre stata una «solista», non ha mai massicciamente aderito ad alcuna lobby, è sempre rimasta una artista popolare che parlava a tutti rifiutando di diventare il simbolo di una sola categoria. Come si è detto spesso (e lo ha ripetuto ieri Red Ronnie a Morning News su Canale 5) Raffaella Carrà non faceva parte della cosiddetta «intellighenzia», non era sventolata come simbolo dagli intellettuali politicamente schierati. Anzi. Per decenni, diciamola tutta, è stata quasi snobbata. Grandissimi ascolti tv, certo. Popolarità inattaccabile. Ma vi ricordate le polemiche snob intorno agli ormai mitici fagioli di Pronto Raffaella?, il programma che nel 1983 ha inaugurato in Rai la fascia di mezzogiorno fino a quel momento praticamente inesistente? Polverizzò i dati d’ascolto, intervistò protagonisti come Sandro Pertini e Madre Teresa di Calcutta eppure lo snobissimo sghignazzo sul barattolo di vetro pieno di fagioli diventò un must tra i radical chic”.

Era amatissima dal pubblico, ma non dagli intellettuali.

“Eppure, salvo poche eccezioni, quella che era la «Nostra Signora della tv» pativa le stesse pene di quasi tutte le icone pop: adorata dal pubblico, sopportata dagli altri”.

E’ stata un simbolo della consapevolezza sessuale, ma non ha mai fatto proclami né combattuto battaglie politiche o massmediali.

“Era un’artista. E proteggeva la propria riservatezza, vivendo la vita privata in quanto tale, ossia privata dei riflettori”.

“Sempre focalizzata sul lavoro (anche il celebre caschetto era stato chiesto a Vergottini per avere un taglio che non perdesse forma nonostante i movimenti di danza). Sempre al centro dello spettacolo ma lontana dalla spettacolarizzazione”.

 

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