ilNapolista

Marotta: «Ci sono delle difficoltà per Lukaku, vedremo se riusciremo a superarle»

A Radio Uno: «Non è oggi il giorno dell’annuncio. In Italia manca la cultura della sconfitta: le pressioni sono troppo alte per dare spazio ai giovani»

Marotta: «Ci sono delle difficoltà per Lukaku, vedremo se riusciremo a superarle»
Db Torino 27/01/2019 - campionato di calcio serie A / Torino-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giuseppe Marotta

L’amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Radio anch’io sport, su Radio Uno. Il tema è l’arrivo di Lukaku.

«Non è oggi il giorno dell’annuncio di Lukaku. Abbiamo il dovere di costruire una squadra competitiva nel rispetto dei nostri equilibri finanziari, la sostenibilità. Si intrecciano trattative e sondaggi. Noi tentiamo tutte le strade senza paura di non centrare l’obiettivo. Lukaku è una pista percorribile, ma ci sono ancora difficoltà, vediamo se riusciremo a superarle».

Marotta ha parlato anche di Lautaro.

«Abbiamo i nostri target di riferimento, cerchiamo di chiudere in attivo la campagna trasferimento e contenere i salari. Cerchiamo di mantenere la squadra forte e competitiva. Lautaro è indispensabile per continuare con questi obiettivi».

Sulle difficoltà del calcio italiano:

«In Italia siamo in difficoltà. Ad inizio 2000 eravamo tra le prime per fatturati, oggi per trovare la prima come fatturato dobbiamo scendere all’ottavo-nono posto che è la Juve. Il nostro potere di investimento è molto limitato. Si è passati dal mecenatismo al modello attuale, i club sono società di intrattenimento. Il mondo del calcio prima non badava a spese, ora badiamo alla sostenibilità. Il campionato italiano è diventato di transizione, prima arrivavano i grandi campioni. Lukaku è arrivato due anni fa e poi ed è partito. Dobbiamo considerarci non al top in Europa. Facciamo di necessità virtù. Ma manca la cultura della sconfitta: le pressioni sono ancora troppo alte per dare spazio ai nostri giovani».

Ancora sul mercato:
«Questo è un mercato in cui è più difficile sostituire un attaccante, che un difensore. Ce ne sono pochi e costano tantissimo. In difesa siamo costretti ad agire, se andasse via Skriniar stiamo ipotizzando delle alternative valide: Bremer è un giocatore di caratura di europea. Dybala e Lukaku sono nostri obiettivi, che non nascondo. Ci siamo buttati a capofitto, ci farebbero comodo. E andiamo avanti. Speriamo di farcela».
Sull’indice di liquidità:
«C’è soddisfazione per il parziale accoglimento del ricorso. L’Indice di liquidità è una misura inopportuna non certo nel merito, siamo favorevoli alla trasparenza, ma nei modi e nelle tempistiche soprattutto per gli effetti della retroattività sulle gestioni in corso. Gli strumenti vanno attuati ma anche in considerazione della situazione attuale dei club. Dobbiamo eliminare la litigiosità che è diventata la grammatica di questa classe dirigenziale, eliminare i contrasti, fare linea comune. Attraverso nuove forme di ricavo, valorizzazione delle risorse, i diritti tv in particolare con maggiore promozione e vendita. Il gap è rappresentato dai diritti esteri. Abbiamo un quarto dei ricavi rispetto alla Spagna, un ottavo rispetto alla Premier. Sulla media company non c’è preclusione, ma di norma i fondi intervengono nei momenti di crisi, la vera minaccia alla stabilità è la mancanza di cassa».
E infine:
«Bisognerà introdurre il semiprofessionismo per ridurre i costi di gestione di tante società di provincia che vivono grazie all’assistenzialismo della Serie A. E poi investire sulle infrastrutture, i nostri stadi hanno una media di 63 anni. E’ un sistema da rinnovare. Il calcio ha bisogno di manager che abbiano anche creatività oltre che competenza. Se non possiamo essere un movimento di investimento, allora subentri la competenza dei manager e allenatori. La riprova è Ancelotti: il made in Italy è il migliore in Europa».
ilnapolista © riproduzione riservata