Abc: Laporta è tormentato dall’ansia, non riesce a dormire. La sua conoscenza del calcio è scaduta
Non è in grado di capire gli affari che affronta, tenta operazioni che tutti, tranne lui, capiscono che sono destinate a fallire, ha perso il morso e l'audacia

2021 archivio Image Sport / Calcio / Barcellona / Joan Laporta / foto Imago/Image Sport
“Il presidente del Barcellona, Joan Laporta, è superato. Il suo ambiente dice che è irascibile, insopportabile, che invece di costruire ponti li fa esplodere e che dorme poco e ha crisi d’ansia. L’idea di gestire il club come un’azienda familiare è sproporzionata rispetto alla portata globale del business del calcio nel 2022”.
Lo scrive Abc. All’inizio al suo fianco c’erano persone di fiducia come Cruyff, Txiki Beguiristain e Neeskens. Ora Cruyff è morto, Txiki è con Guardiola al City e Neeskens non ha più contatti con il Barça.
“Quello che Laporta credeva di poter risolvere con carisma ed empatia, è in stallo, bloccato, e il calcio mondiale è cambiato molto dal 2003, quando è diventato presidente per la prima volta”.
È vero, scrive il quotidiano, che il Barça sta pagando le conseguenze della disastrosa gestione del precedente presidente, Josep Maria Bartomeu,
“ma non è meno vero che Laporta non è in grado di capire gli affari che sta affrontando. Non riesce a leggerli bene. Propone soluzioni magiche a problemi reali, tenta operazioni che tutti tranne lui capiscono fin dall’inizio che sono destinate a fallire; e inoltre ha perso il morso e l’audacia dei suoi primi tempi e non ha né il coraggio né l’orgoglio di difendere le sue scommesse e si piega a ciò che gli altri gli dicono”.
E’ accaduto con Xavi e poi con Messi.
“Laporta è di cattivo umore e non sa cosa fare o cosa succederà, il che lo porta non solo a non risolvere i problemi che ha ma a crearne altri che non esistono con le sue reazioni assurde e selvagge”.
L’ultimo è il conflitto con Tebas per l’accordo con Cvc.
“Se è di cattivo umore non è perché le cose vanno male per lui, ma perché non riesce a difendere posizioni che non sono le sue, e ciò che vorrebbe davvero fare è scaduto molto tempo fa come la sua conoscenza del mondo del calcio. Di fronte alla deriva della sua gestione personale e lassista del club, un suo amico con il quale ha tagliato i rapporti subito dopo questa frase, gli ha detto: “Pensa, Jan, che per il 10% di quello che hai fatto i presidenti delle squadre di calcio nel 2003, oggi ci sono molte persone in carcere””.