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La famiglia Pantani contro il recital sulla morte del ciclista: «Contiene virgolettati giudiziari, è inopportuno»

«Storia di un linciaggio» andrà in scena a Padova il 23 maggio. I legali della famiglia: «Avevamo suggerito alcuni cambiamenti al testo».

La famiglia Pantani contro il recital sulla morte del ciclista: «Contiene virgolettati giudiziari, è inopportuno»
2000 archivio Image / Sport / Ciclismo / Marco Pantani / foto Panoramic/Image Sport

A Padova è in programma un recital dedicato alla vicenda di Marco Pantani, morto per overdose il 14 febbraio 2004 in un residence di Rimini. Il titolo è «Storia di un linciaggio», andrà in scena il prossimo 23 maggio, diretto dal regista Emanuele Montagna, che ne ha scritto il testo con il giornalista Andrea Maioli. Ma contro la rappresentazione si è scagliata la famiglia del ciclista. Lo riferisce il Corriere della Sera, che riporta uno stralcio del comunicato firmato dai legali della famiglia Pantani.

«Abbiamo preso atto di come si maltratti ancora nostro figlio. Senza riguardo e rispetto di un ragazzo da tempo morto e del lutto delle persone a lui vicine».

Inizialmente la famiglia ha collaborato con il regista, ma il nodo della contestazione sta nel fatto che Montagna ha inserito alcuni virgolettati dei verbali giudiziari dell’inchiesta, cosa che la famiglia Pantani ha reputata inopportuna, come spiegano i legali:

«Con la mamma di Pantani, Tonina, avevamo suggerito, e non certo imposto, alcuni cambiamenti al testo che riporta virgolettati tratti da atti giudiziari. Ragioni di opportunità lo sconsigliavano: dopo aver ricevuto documenti secretati dalla Commissione Antimafia, la Procura di Rimini ha avviato, nel novembre 2021, una nuova inchiesta sulla morte di Marco. Si procede per «omicidio in concorso a carico di ignoti, l’inserimento di certe frasi nel reading equivale, per l’indagine, a una ditata nell’occhio. Ma non è censura, per carità: gli autori vadano pure avanti».

Il regista Montagna si difende e parla della signora Tonina.

«Lei si aspettava una santificazione: che ci sarà, ma laica. Credo non abbia accettato il fatto che si dica che suo figlio fosse cocainomane: una parola che però noi metteremo in bocca a persone che erano contro di lui, alcuni magistrati e alcuni giornalisti. Il risentimento nasce da qui».

 

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