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Jo Squillo: «Lo dico sempre alle colleghe, mostrate meno culo, meno tette. E poi sono tutte rifatte»

Al Fatto quotidiano: «a Milano ho costruito un muro di bambole contro il femminicidio, ero nell’estrema sinistra. Che lite con Sabrina Salerno a Sanremo»

Jo Squillo: «Lo dico sempre alle colleghe, mostrate meno culo, meno tette. E poi sono tutte rifatte»
Db Milano 09/05/2019 - red carpet Evento Huawei Fashion Flair / foto Daniele Buffa/Image nella foto: Jo Squillo

Il Fatto quotidiano intervista Jo Squillo.

Da che realtà viene?

A 16 anni già vivevo in una casa occupata, in Santa Marta: lì dentro si organizzavano corsi di canto, di recitazione, arrivavano personaggi come Demetrio Stratos, Mauro Pagani o Alberto Camerini.

Ero nell’estrema sinistra, ero un’indiana metropolitana, ma non mi sono mai messa in certi guai; (ci pensa) per degli scontri a Milano una volta smarrii il mio fidanzato e altri compagni: girai tutto il giorno, fino a quando li trovai davanti a me, buttati in una stanza, con la testa aperta.

Con Sabrina Salerno a Sanremo

Il più grande successo?

Siamo donne, cantata a Sanremo con Sabrina Salerno.

Ha terrorizzato la Salerno.

(Ride) Lo so, dopo anni me lo ha rivelato.

Sul palco voleva bruciare 100 mila lire.

Poco prima di entrare in scena, Sabrina mi ha bollato: “Non ci provare, sei pazza?”; temeva fossero sue.

Timore fondato.

Allora ero povera, lei aveva i soldi: era una star internazionale.

Perché le 100 mila lire?

Volevo far passare il messaggio: la musica non è un business, è arte.

E invece…

Lo è, la situazione è anche degenerata.

La chirurgia estetica.

I miei capelli sono naturali e non è male in questa dimensione dove tutto è finto; non cedo neanche alla manicure.

Niente chirurgia estetica.

Oramai non serve più la carta d’identità con la foto: sono talmente modificate da rendere più utile la voce o le impronte digitali.

In tv ne vede tante.

Bravo, ci è arrivato.

I soldi.

Spendo tutto. Li utilizzo per realizzare le mie idee; a Milano ho costruito un muro di bambole contro il femminicidio: è diventato uno dei luoghi più visitati della città; ah, le bambole le ho chieste agli stilisti.

Ho rifiutato 100 milioni per la copertina di Playboy. E me ne vanto: non ho mai svenduto il mio corpo, lo dico spesso alle ragazze più giovani che hanno tutta questa voglia di mostrare il culo.

Nei reality catechizza le colleghe?

Quotidianamente dico loro di mostrare meno culo, meno labbra e meno tette; (cambia tono) è un continuo esibirsi.

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