Sinner: «Non sono più un ragazzino. La scelta di Vagnozzi non è stata semplice: mi sono buttato nel fuoco» 

A Repubblica: «Ho capito che devo guardare solo me stesso. Quello che dicono alcuni ormai non lo leggo neanche più» 

Sinner

2021 archivio Image Sport / Sport / Tennis / Jannik Sinner / foto Imago/Image Sport

Repubblica intervista Jannik Sinner. Il tema è il cambio coach: da Piatti a Simone Vagnozzi. Il messaggio al mondo, con il cambio, è uno soltanto, dice:

«Che non guardo ai risultati, ma a come sto in campo, alle cose che secondo me sono da migliorare. Per questo ho preso questa decisione che, ripeto, non è stata semplice: mi sono buttato nel fuoco».

Con Vagnozzi va molto bene.

«Va molto bene. Mi sembra di conoscerlo già da tanto tempo. Non ci raccontiamo barzellette: ha personalità, e penso che lui possa darmi quello che cercavo. Poi ognuno pensi e dica quel che gli pare».

Non sono più un ragazzino, dice.

«Sono cresciuto: perché giorno dopo giorno non puoi fare altrimenti. E ho capito che devo guardare solo me stesso. Poi quello che dicono alcuni ormai non lo leggo neanche più, sono sincero».

 

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