Serena Bracale: «Il mio amore per Pino Daniele è stato ricambiato nel duetto con Richard Bona»

La 32enne artista pugliese a L'Avvenire racconta la sua passione per la musica di Pino: «Mi rammarico soltanto di non averlo potuto conoscere e di non aver mai visto nemmeno un suo live»

pino daniele

L’Avvenire propone oggi una breve intervista a Serena Brancale, cantante e polistrumentista barese che si muove al confine tra jazz e funk, rhythm and blues e soul. La sua grande ispirazione è sempre stata Pino Daniele, come lei stessa conferma.

È da poco uscito il suo terzo album: Je so accussì in cui ci sono ben tre omaggi al “musicante” Pino, attinti ai suoi tre album più ispirati: Pino Daniele, Nero a metà e Vai mo’ del triennio ’79-81

«Una certa sonorità frutto del mio amore artistico per Pino Daniele  attraversa un po’ tutto l’album, ben al di là della rivisitazione di Je so’ pazzo, Alleria e Viento ’e terra. Pino è stato il primo a utilizzare poi il napoletano sul funk. Non è blues e non è jazz, lui non può essere etichettato. È un inconfondibile concentrato identitario di tutti questi stili. Ecco, io vorrei seguire la sua scia. Per questo non mi sento e non mi considero solo una cantante jazz. Mi racconto in Je so accussì, la canzone più personale del disco. Pino Daniele ce l’ha fatta a superare classificazioni e aspettative, per questo è diventato lui stesso un genere».

La 32enne artista pugliese ha duettato con tanti artisti ma quello con il bassista Richard Bona è sicuramente il connubio più curioso e sorprendente

«Conobbi Bona quattro anni fa. Eravamo entrambi in cartellone al Blue Note di Milano e lui ha visto il mio show. Mi ha fatto i complimenti, siamo rimasti in contatto su Instagram e io gli ho proposto di duettare con me. Volevo coinvolgerlo in un brano di Pino Daniele, ma temevo che non lo conoscesse. Invece conosceva perfettamente anche la sua Je so’ pazzo. Mi ha svelato poi Stefano Di Battista che, prima di morire, Pino avrebbe dovuto avere nella sua band, oltre a Di Battista al sax, proprio Richard Bona al basso. Insomma, il mio amore per Pino è stato ricambiato con questo duetto. Mi rammarico soltanto di non averlo potuto conoscere e di non aver mai visto nemmeno un suo live».

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