L’Ultrarunner ucraino che combatte la Russia: «Mi hanno ferito, ma resisto più di altri anche grazie al mio sport»
Andrii Tkachuk è in ospedale, lo devono operare. Alla Faz racconta: "Una casa è esplosa in un sol colpo, non so se chi c'era dentro è fuggito"

Andrii Tkachuk un mese fa faceva l’ultrarunner, uno dei migliori al mondo. Un maratoneta estremo. Ora sta al fonte, come tanti concittadini ucraini. Anzi, peggio: è ricoverato da tre giorni in un ospedale nel sud del Paese in attesa di un intervento chirurgico. Perché la guerra l’ha già quasi ammazzato. Parla da lì alla Faz, e spiega l’orrore. A cominciare dai combattimenti a sud della città di Zaporizhia:
“Quel giorno la nostra unità ha affrontato una macchina da guerra di schiacciante superiorità. Prima sono arrivati i droni da ricognizione, poi gli elicotteri d’attacco, poi è iniziato il fuoco dell’artiglieria con cannoni da 120 millimetri. Poi altri elicotteri”
“Le nostre posizioni erano sotto fuoco pesante. Ci siamo ritirati. Devo dire avevo visto una cosa così solo nei vecchi film della Seconda Guerra Mondiale, quando un’intera casa viene improvvisamente fatta saltare in aria da un colpo solo“.
Tkachuk non sa se la gente che c’era dentro sia scappata in tempo. Un proiettile lo ha colpito poco dopo. Schegge nel braccio e nella spalla:
“Ci hanno sparato, sono stato ferito e ho notato che i compagni alla mia destra erano coperti. Ce n’era uno con una gamba rotta. Era l’unico ferito. Gli altri due avevano buchi su tutto il corpo”.
Tkachuk racconta di aver trascorso notte all’aperto sotto lo zero, la quinta consecutiva, in attesa di aiuto in un punto di evacuazione. Il fisico da ultramaratoneta lo aiuta:
“Il fatto che riesca a far fronte alle privazioni fisiche meglio di molti altri è sicuramente dovuto anche all’alto livello di resistenza che ho ottenuto dallo sport”. E’ abituato a correre per centinaia di chilometri quasi senza sosta. E anche psicologicamente è molto resistente: “Vedo le cose in modo diverso dai miei compagni. Non provo alcun odio o paura particolare in questo momento. Sto facendo il mio dovere per difendere il mio Paese”.