Al Corriere: «Non sono mai entrato in banca, avevo chi lo faceva per me. Io non ho mai lavorato, ho sempre vissuto. Il carisma lo sento come un odore»

Il Corriere della Sera intervista Oliviero Toscani. Il 28 febbraio compie 80 anni.
«Lei non sa di questo corpo che odio, della discrepanza fra cervello e corpo! Mi porto dietro questo rottame, questa baracca. Sa com’è avere una vecchia auto? Non puoi accelerare quando vuoi, non puoi frenare…».
Racconta:
«Ho fotografato 80 mila facce solo per il progetto Razza Umana. Il carisma lo sento come un odore. Posso dire che non esiste una persona brutta. I diseredati che nessuno guarda sono i più interessanti. Ho cercato di annullare la parte estetica della foto: fermo le persone per strada e sono loro che mi guardano come se fotografassero me».
In vacanza è mai andato?
«Io non ho mai lavorato. Ho sempre vissuto. Con che cosa ti esprimi? Pigliando il sole? Immagini tre sdraio, una con Leonardo da Vinci, una con Albert Einstein e una con me. Finché prendiamo il sole, siamo tutti uguali, è quando ti alzi che fai la differenza. Ora, sono tornato da un mese a Santo Domingo, mia figlia vive lì. Era la prima volta che non lavoravo nel senso che intende lei, ma ero oberatissimo: mi hanno obbligato ad andare in palestra, un posto che detesto, da cretini, ma mi ha fatto bene; in piscina, mia figlia mi obbligava a fare avanti e indietro. Ho giocato coi due nipoti di cinque e tre anni, un divertimento unico».
Sulla sua carriera:
«Anche lei mi crede fotografo? A me interessava essere testimonial del mio tempo, potevo fare musica, cinema… Ho fatto foto perché mio padre faceva foto. L’altro equivoco è che faccio foto di pubblicità, io non ho mai lavorato con le agenzie, mai con un direttore artistico. Ho usato lo spazio destinato a promuovere i maglioni per metterci migranti e condannati a morte».
Qual è il segreto per restare giovani?
«Non entrare mai in banca. Io ho sempre avuto qualcuno che lo faceva per me. Non ho mai parlato di bollette, scartoffie, di problemi imbecilli».