A differenza di altri affannati candidati alla Lega Calcio, per esempio l’inutilmente loquace Carlo Bonomi di Confindustria, peraltro già archiviato, il professor Lorenzo Casini se ne sta in silenzio. Il presupposto necessario per ambire a qualcosa è ammaestrare l’ambizione. Casini non parla, non replica, non si espone. Il prototipo del potere romano che si muove fra una manciata di palazzi e caffè consumati al banco.
Lega Serie A, Adl e Lotito stanno vincendo la battaglia: il franceschiniano Casini è favorito
I presunti big hanno perso la sfida per Bonomi. Scrive L'Espresso: “Casini non si espone, il presupposto necessario per ambire a qualcosa è ammaestrare l’ambizione”.

Db Milano 07/12/2017 - assemblea ordinaria Lega Calcio Serie A / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: lega serie A
De Laurentiis e Lotito rischiano seriamente di portare a casa una importante vittoria politica nella corsa alla presidenza della Lega Serie A. Anche perché le cosiddette big hanno puntato – male – sul candidato sbagliato: quel Bonomi che avrebbe voluto fare collezione di poltrone e a quella di Confindustria avrebbe affiancato quella – remunerata – della Lega Serie A. Ma i voti non c’erano e la guerra di Putin all’Ucraina gli ha offerto l’alibi – cui nessuno ha creduto ovviamente – di rinunciare per difendere gli interessi delle industrie italiane. Le stesse industrie che avrebbe smollato per il calcio.
Sin dal primo momento De Laurentiis e Lotito si sono schierati contro la candidatura del presidente di Confindustria Bonomi che ha potuto contare solo sull’appoggio dei giornali. I voti non li aveva. E adesso i due sono favoriti nella corsa per un presidente a loro gradito: si tratta di Lorenzo Casini, 46 anni il 1° marzo, allievo di Sabino Cassese, franceschiniano di stretta osservanza (è capo di gabinetto al ministero della Cultura), amico di Giulio Napolitano figlio dell’ex presidente della Repubblica. Lotito avrebbe voluto Masi ex direttore generale della Rai, ma non ha mai disdegnato l’ipotesi Casini.