Al Corriere: «Ho frequentato Maradona. Gli feci conoscere la Napoli che conoscevo io, anche i quartieri difficili. A volte penso che senza il teatro avrei preso brutte strade»

Il Corriere della Sera intervista Ciro Capano. in «È stata la mano di Dio», di Paolo Sorrentino, interpreta il regista Antonio Capuano. A Fabietto, che non sa cosa fare della sua vita, dà un consiglio che ormai è diventato un modo di dire: “non ti disunire, perché non te lo puoi permettere”.
Racconta:
«Ho frequentato Maradona. Me lo presentò Josè Alberti, un ex calciatore argentino che gestiva un locale a Posillipo. Diventammo amici, uscivamo insieme. Gli feci conoscere la Napoli che conoscevo io. Anche quei quartieri difficili in cui sono cresciuto. A volte penso che senza il teatro avrei potuto prendere brutte strade».
La scena del “non ti disunire” è girata alla Piscina Mirabilis, nei Campi Flegrei.
«Girammo all’alba, e ricordo come Paolo aspettava la luce per cogliere l’attimo in cui ci fosse l’atmosfera che aveva in mente. Quando penso all’intensità di quei momenti, ancora mi emoziono. L’incontro con lui è stato il più importante della mia carriera, il più forte. È un regista capace di creare con gli attori un rapporto straordinario. Che sa caricarli, farli sentire bene, metterli in condizione di dare sempre il meglio».
E sulla ormai celebre frase:
«Non ti disunire è diventato un modo di dire. A me lo ripetono in tanti. Ma non mi dà fastidio: è una frase importante, può essere d’aiuto a tutti in certi momenti della vita».