Al Corsera: «Sapeva far recitare anche le pietre. Se penso che in molti la snobbavano, ma il mondo è fatto di invidia».

Per la morte di Lina Wertmuller, il Corriere della Sera intervista Giancarlo Giannini che dice:
Il fatto che a Hollywood io sia il solo attore maschio italiano ad avere la stella alla Walk of Fame, dopo Rodolfo Valentino (così mi hanno detto, altra cosa è l’impronta delle mani sull’asfalto), lo devo molto a Lina.
Racconta l’exploit di Mimì metallurgico.
La prima cosa che mi disse è che nessun attore, da Mastroianni a Manfredi voleva farlo. Io avevo appena girato Dramma della gelosia di Ettore Scola e volevo continuare a interpretare personaggi popolari.
La descrive così:
«Molto decisa, anche aggressiva spesso. Sul set si stava anche 12 ore, maniacale per ogni dettaglio. Era indomabile, aveva un’energia pazzesca. Capiva la psicologia di attori e attrici. Ci tirava fuori il meglio. Sapeva far recitare anche le pietre. Ci divertivamo. Sono film comici che pur nascendo nell’alveo della Commedia all’italiana hanno un colore tutto loro, un po’ farsesco. Un modo diverso rispetto al cinema di allora. Se penso che in molti la snobbavano, ma il mondo è fatto di invidia. Abbiamo avuto successo, i film li accompagnavamo in America come se fossero figli, portavamo le pellicole sotto il braccio».