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Carlo Cracco: «Colleziono bottiglie di vino. Se fossi stato astemio sarei ricchissimo»

Al CorSera: «Quando lavoravo a Firenze mi lanciai nel fuoco per salvare più bottiglie possibili. I miei dicevano: pensa solo a mangiare e bere. Fa il lazzarone»

Carlo Cracco: «Colleziono bottiglie di vino. Se fossi stato astemio sarei ricchissimo»
Db Milano 07/11/2017 - Garage Italia inaugurazione / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Carlo Cracco

Il Corriere della Sera intervista Carlo Cracco. Lo chef vicentino ha tra le sue passioni quella dei vini. Nel suo ristorante a Milano, in Galleria, ha fatto costruire una cantina con 2500 etichette pregiatissime. È anche produttore, con un’azienda agricola a Sant’Argangelo di Romagna, “Vistamare”.

«Quando lavoravo a Firenze all’Enoteca Pinchiorri ci fu un incendio che distrusse 25 mila bottiglie. Bruciava tutto. Ho messo in salvo quante più bottiglie potevo. Anche una Jeroboam (3 litri) di Montevertine, Le Pergole Torte del 1981. Giorgio Pinchiorri me l’ha regalata come ricompensa. È ancora qui: mi segue».

Il primo corso da sommelier a 20 anni.

«Durante le lezioni mi maltrattavano. Mi dicevano che ero un cuoco e dovevo fare il cuoco e stop. Ma avevo, e ho ancora, una vera passione per il vino. Se fossi stato astemio sarei ricchissimo. I primi soldi che ho guadagnato li ho usati per comprare vino».

Ha voluto fare il cuoco fin da bambino.

«Ho subito scelto questa strada. I miei dicevano che pensavo solo a mangiare e bere. Dicevano: questo fa il lazzarone, finge di studiare, ma va a divertirsi. Non sbagliavano del tutto, ma non era solo baldoria. Fino al servizio militare sono rimasto a Vicenza, proibito uscire. Dopo il diploma avevo già le idee chiare. E sono andato da Gualtiero Marchesi».

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