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Napoli-Torino 1-0, pagelle / Spalletti ha sopportato Roma, può farcela con la Napoli dei complotti

Osimhen è un gigante, là davanti fa tutto da solo. Insigne non diventi la malattia infantile dello spallettismo, Lozano non doveva dire A

Napoli-Torino 1-0, pagelle / Spalletti ha sopportato Roma, può farcela con la Napoli dei complotti

Le pagelle di Napoli-Torino 1-0 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.

OSPINA. In questa partita zozzissima, non sporca, Ospinik è uno dei due candidati alla canonizzazione (l’altro non lo dico talmente che è scontato) per questa ottava che rischiava di anticipare l’ottavario novembrino dei defunti. La sua partita è tutta nel duello infernale con Brekalo, due parate e poi un tiraccio alto del croato che lo grazia – 7

Salvatore della patria al 64′ e portatore di una sana sensazione di sicurezza – 6,5

DI LORENZO. L’Euroappuntato sconta una ciorta avversa di notevoli proporzioni. Si procura il rigore e il Capitano lo sbaglia, indi segna ed è fuorigioco per un’anticchia. Ne approfitto, Ilaria, per avanzare il sospetto che la maglia in onore di Halloween porti un po’ sfiga: per ottanta minuti siamo stati vittima di una partita stregata. Detto questo, Di Lorenzo si perde Brekalo un paio di volte e non è una bella cosa – 6

Io invece trovo la maglia ragnatelata davvero bella. Il prezzo, però, un tantino esagerato, peccato. Quanto a Di Lorenzo, la sua è stata una signora partita – 6,5 

RRAHMANI. Con le fasce che sovente diventano un colabrodo, i due centrali sono decisivi per non intostare la nervatura e mantenere la lucidità. Diciamo pure che lui e Kappa Kappa sono stati l’unica bussola di oggi per orientarsi  e non perdere la direzione – 7

La nuova coppia centrale mi piace assai. Koulibaly è più eclatante nei movimenti, ma Rrahmani dimostra un’applicazione invidiabile: sempre concentrato, sul pezzo, pulito. Il giovane garzone che, chissà, supererà il maestro. Io lo trovo fondamentale, in questo momento – 7

KOULIBALY. All’inizio fatica un po’ con Singo, poi va a regime ed è l’uomo che fa uscire la squadra, vero capitano morale del Napule (l’ho già scritto e lo ribadisco, Ilaria). Ed è lui che avvia l’azione del sospirato gol di Victor Victoria – 7

In compenso annulla Sanabria. Sull’azione gol mi soffermo oltre, ma quella palla rubata da Kalidou, origine della bellezza, è da rimarcare anche qui, come il tacco che ci ha messo, lui, difensore, in piena area avversaria – 8 

MARIO RUI. Marittiello scende assai ma poi Singo lo surclassa più di una volta – 5,5

Stiamo parlando di un velocissimo Singo e di un Marittiello Rui, Fabrizio… La palla per Di Lorenzo, nell’azione del gol fuorigioco, comunque, la mette lui – 6

ANGUISSA. L’unico a salvarsi del “centrino” odierno del Napule, talmente piccolo che si vede solo lui o quasi – 6,5

Il primo errore, uno dei pochissimi, lo commette al 47′, in occasione di un tocco impreciso. Per il resto, a parte qualche fallo inutile sul finale, concitatissimo, è stato perfetto – 6,5

FABIAN RUIZ. Fabian viene imprigionato da Linetty e non a caso il Torino domina nel possesso della pelota, almeno nel primo tempo. E quando poi trova lo spazio nei passaggi o nelle sponde spesso alza inutilmente il pallone. Non indovina, infine, mai il lancio giusto per Victor Victoria. Certo, si sacrifica molto dietro ma a quel punto sarebbe stato meglio Demme – 5,5

Una partita così sporca non si addice pienamente a Fabian, che ha bisogno di calma e serenità, e soprattutto di tempo, per leggere le azioni e prendere contromisure appropriate. La sua è comunque una partita equilibrata – 6  

ZIELINSKI. Accenna qualche affondo, indi scompare – 5

Sembra fuori fase, mai veramente in partita. Sicuramente il più opaco – 5

MERTENS dal 70’. I suoi piedini preziosi rifulgono nella tela che porta al vantaggio. Lo spallettismo ha fatto bene anche a Ciro – 6,5

Si prende l’onere e l’onore di far avanzare la palla durante l’azione che porta al gol, tra un tacco e un ghirigoro, un ricamo bellissimo, bentornato – 6,5 

POLITANO. Tranne qualche buon dialogo con l’Euroappuntato, è evanescente e irritante come non accadeva dalla passata stagione. E nel finale del primo tempo non azzecca praticamente nulla – 5

Al 45’ vanifica una splendida azione di Osimhen, venuto fuori vittorioso da un maestoso duello con Bremer (si impappina coi piedi) – 5,5

LOZANO dal 59’. Quella che poteva essere la notte delle streghe e del possibile primo posto in condominio con i diavoli passa anche per il suo palo. Per il resto, l’incazzatura per la sostituzione c’è tutta ma lasciamo fare al Mago Pelato in panca. El Tav abbia fede smisurata in lui – 6

Se la tua squadra segna, a fatica, contro un avversario ostico e un allenatore che sicuramente non è tra i più simpatici, se siamo a un passo dal mantenere la vetta per un’altra settimana, quando il tuo tecnico ti sostituisce perché non stai difendendo come dovresti, semplicemente per portare a casa il risultato, non devi permetterti di dire A. Secondo me – 5

JUAN JESUS dall’89’. Senza voto

Ma com’è questo Juan Jesus? Non l’ho ancora capito – sv

OSIMHEN. Gigante pensaci tu, cantavano al Carosello di noi bimbi. E Victor Victoria ci pensa eccome e giganteggia su quella palla scheggiata dal culo o dalla schiena del Macedone. In quel momento abbiamo cacciato fuori tutta la rabbia accumulata per ottanta minuti di strazio, col pensiero rivolto lassù, alla testa della classifica. Là davanti Osimhen fa tutto lui e lo fa da solo, nonostante il gioco durissimo dei granata tollerato dall’arbitro – 8

Al 9’ va da solo contro tre granata, impazziti, che non sapevano come prenderlo: peccato che il tiro finisca di poco a lato (un’azione galoppante, Di Lorenzo-Insigne-Osi). Quanto al gol: all’inizio mi è sembrato che tutti facessero di tutto per far segnare Mertens, per avvicinarlo all’area, insomma. Era così bello quello che vedevo che sono rimasta in silenzio, mentre mi accorgevo di stare avanzando anch’io in salotto come avanzava quel pallone toccato sei volte. Poi la palla è sembrata andare fuori, e invece ha incontrato un sedere, o una schiena, come dici tu, ed eccolo lì: Victor Victoria. Ma che azione meravigliosa, Fabrizio. E che bravo Koulibaly a recuperare quella palla – 8 

INSIGNE. Quello che dovevamo dire l’abbiamo scritto centinaia di volte, Ilaria. A questo punto spero solo che il Capitano non diventi la nefasta malattia infantile dello spallettismo. Di per sé, in una partita come questa, un rigore non è mai una certezza, affidato poi a Insigne diventa una roulette russa come nel Cacciatore. Stavolta non può mostrare gli attributi al pubblico – 4

Al 12’ compie un ottimo recupero su un velocissimo Singo. Sul rigore che cosa dovremmo aggiungere? Si era capito dall’applauso di Spalletti: vuole cercare di cambiarlo, di annientare quella debolezza mentale che danneggia Lorenzo e infastidisce noi. Mi chiedo se, all’età di Insigne, sia ancora possibile cambiarlo. Sinceramente, credo di no, ma le vie dello Spallettone sono infinite. Quindi abituiamoci all’idea che i rigori non ci porteranno punti per molto molto tempo. Ah, comunque non è che lo ha solo sbagliato, il penalty: lo ha tirato veramente malissimo – 5

ELMAS dal 70’. Come detto è suo l’assist, diciamo così, per il gol di Victor Victoria – 6

Una schiena e un sedere bellissimi – 6

SPALLETTI. Dico la mia: uno che ha dovuto reggere l’odio di mezza Roma, se non di più, per la gestione del ritiro tottiano, arrivando a sorbirsi senza proferire verbo una fiction che lo dipingeva come il male assoluto, ecco un uomo così può reggere anche la deleteria napoletanità cospirazionista di questi giorni. Anche perché, e questa è la nostra fortuna, Spalletti non è un populista, per indole e dialettica. Per quanto riguarda la partita: ha messo dentro Mertens ed Elmas ed entrambi sono stati decisivi – 8

Spallettone mi fa nascere dentro una strana sensazione, che avvicinerei alla religiosità. E’ qualcosa in cui avere fede, a cui abbandonarti, ti induce a fidarti di lui. Ma c’è sempre quel timore: quanto durerà? Il “diavolo” Aurelione resterà buono abbastanza a lungo da farci godere Lucianone e le sue proprietà taumaturgiche? La domanda è sempre questa. Certo per Spalletti ogni partita deve essere sfiancante assai: prima deve caricare la squadra e tenere alto il morale, spingerli a credere di essere cresciuti abbastanza da poter fare tutto. Durante, poi, deve assestare colpi, affrontare chi non vuole essere sostituito e sostenere chi sbaglia i rigori spellandosi le mani. Me lo immagino, dopo, che si accascia su un divano e butta giù un buon vinello rosso, prima di ricominciare la battaglia. E’ una forza della natura – 8

ARBITRO SACCHI. Un arbitro come lui è stato una pacchia per i picchiatori del Toro – 4

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