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Ponte Morandi, i pm: «Gli interventi promessi e mai realizzati da Autostrade avrebbero evitato il disastro»

In oltre 2300 pagine i progetti mai conclusi e le accuse a chi, in Aspi o Spea, non ha fatto tutto il possibile e a chi, in Anas e nel Mit non ha espletato la vigilanza   

Ponte Morandi, i pm: «Gli interventi promessi e mai realizzati da Autostrade avrebbero evitato il disastro»

Nelle oltre 2300 pagine firmate dai pm Massimo Terrile e Walter Cotugno, responsabili dell’inchiesta sul crollo del Ponte Morandi, sono riportati tutti gli interventi promessi sul viadotto da Autostrade per l’Italia. Interventi che, se realizzati, avrebbero potuto evitare il disastro del 14 agosto 2018.

Lo scrive Repubblica Genova:

“La Procura ricorda un intervento «avviato da Pisani nel 2011», «inspiegabilmente abbandonato per essergli stato preferito un modestissimo, e ben più economico, intervento di mero ripristino conservativo, peraltro anch’esso sempre rinviato e mai realizzato». Importo del primo: 23 milioni e 800mila euro. Importo presunto del secondo: 150mila euro. E ancora «un intervento di rinforzo strutturale degli stralli della pila 9 analogo a quello eseguito sulla pila 11, il cui progetto, affidato a Bernardini nel 2014, era stato nuovamente e inspiegabilmente abbandonato all’inizio del 2016». Infine il noto intervento «di rinforzo strutturale degli stralli della pila 9 analogo a quello eseguito sulla pila 11, il cui progetto, solo nel luglio 2017, era stato affidato a De Angelis-Giacobbi e, trasmesso al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per la necessaria approvazione in data 31.10.2017, era stato approvato con decreto in data 11.6.2018, solo un paio di mesi prima del crollo»”.

Un buon gestore, scrive l’accusa, avrebbe potuto e dovuto accorgersi della corrosione dei cavi dei tiranti e intervenire per porre rimedio alla situazione.

La Procura conclude che

«sono responsabili del crollo (ovviamente in misura e diversa e con diversa gravità) tutti coloro che, tra la fine dei lavori degli anni ‘90 e il 2018, hanno ricoperto, in Autostrade o Spea, incarichi e ruoli di vario livello implicanti la titolarità di una posizione di garanzia e che non hanno fatto tutto quanto possibile e doveroso». Infine «sono altresì responsabili tutti coloro che, tra la fine dei lavori degli anni ’90 e il 2018 hanno ricoperto, in Anas e nel Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, incarichi e ruoli di vario livello nel settore della vigilanza».”.

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