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Il nonnismo nei college americani uccide almeno un atleta l’anno. E andrà sempre peggio

Sul Guardian. Le violenze dei riti di iniziazione non riguardano solo le confraternite, ma soprattutto le squadre: una piaga che distrugge decine di vite l’anno

Il nonnismo nei college americani uccide almeno un atleta l’anno. E andrà sempre peggio

Il primo morto ufficiale di nonnismo universitario si chiama McElroy, un giocatore di 19 anni della squadra di football dell’Università del Texas: morì per una scossa elettrica strisciando attraverso materassi in tensione durante un rituale di iniziazione della sua confraternita. Era il 1928. Quasi 100 anni dopo il nonnismo dei college è ancora un fenomeno pervasivo, e mortale, della cultura americana, al college ma anche alle scuole superiori. E riguarda soprattutto gli aspiranti atleti.

Il Guardian scrive che il fenomeno non solo non s’è mai sopito negli anni, ma ora potrebbe peggiorare dopo la “pausa” pandemica.

L’immaginario popolare di sbronze e scherzoni per entrare nelle confraternite è molto lontano dalla realtà. E una nuova ricerca indica che il nonnismo è più probabile che si verifichi in un contesto sportivo.

David Kerschner ed Elizabeth Allan dell’Università del Maine hanno intervistato studenti di cinque college e hanno scoperto che complessivamente il 40,9% degli atleti ha subito sulla propria pelle il bullismo, rispetto al 24,8% dei non atleti. “Gli atleti sono significativamente più propensi a subire molestie nocive rispetto ai loro coetanei”, ha detto Kerschner. E altrettanto gli atleti giustificano queste pratiche di maltrattamenti e degrado.

In un famigerato incidente del 2016, cinque giocatori di football del Wheaton College, un’università cristiana evangelica privata nella periferia di Chicago, sono stati accusati di aver rapito e picchiato una matricola. Lo hanno legato con del nastro adesivo, messo una federa sulla testa, parzialmente spogliato, minacciato di violentarlo e scaricato in un campo da baseball, lasciandolo con lesioni alla spalla che hanno richiesto un intervento chirurgico. Tutti sono stati condannati per reati minori. La vittima si è ritirata dal college e ha detto che l’aggressione “ha avuto un effetto devastante sulla mia vita”. Ha intentato una causa che ha portato alla luce che la squadra aveva una lunga tradizione di rapimento di nuovi giocatori come parte di rituali di nonnismo, progettati per contribuire a costruire la chimica di squadra.

Tutti gli stati degli Stati Uniti, tranne sei, hanno leggi anti-nonnismo. La ricerca di Nuwer ha rintracciato morti per nonnismo in scuole, club e organizzazioni negli Stati Uniti fin dal 1838, con almeno una mortalità segnalata ogni anno dal 1959 al 2019. Una tendenza che ha notato è un aumento delle violenze sessuali dalla fine Anni ’70.

La Canadian Hockey League sta affrontando una causa da parte di ex giocatori junior che affermano di aver subito violenze, tra cui la penetrazione anale e genitale con bastoni da hockey e stuzzicadenti. Le accuse di aggressioni sessuali di studenti-atleti durante i rituali di iniziazione in una scuola superiore del Texas di una piccola città hanno portato a 13 arresti nel 2017. Tre giocatori di basket di una scuola superiore del Tennessee sono stati accusati di aver violentato un compagno di squadra nel 2015 con una stecca da biliardo.

Il nonnismo nella visione distorta di chi lo pratica è un rito di passaggio: una sofferenza a breve termine, ma a lungo termine la vittima diventa un fidato compagno di squadra che diventerà abusatore la stagione successiva.

Coloro che dipendono finanziariamente dalle borse di studio sportive resistono e basta. “L’inserimento e l’appartenenza in squadra è davvero importante”, afferma Kerschner. “La stragrande maggioranza, almeno nel nostro sondaggio, sembra indicare di non riconoscere il nonnismo come tale.

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