POSTA NAPOLISTA – Ha ottenuto dieci promozioni, ha allenato (come Sarri) in tutte le categorie: «Il passaggio orizzontale in difesa non serve a niente»
Non sono di certo passate inosservate le dichiarazioni rilasciate a “La Gazzetta dello Sport”, all’indomani della promozione in A ottenuta alla guida della Salernitana, dal tecnico Fabrizio Castori, il quale, rispondendo alle critiche mossegli in più occasioni, durante le quali è stato accusato, più o meno velatamente, di praticare un calcio poco moderno e divertente, ha dichiarato testualmente:
“A me viene sonno quando vedo squadre che fanno cento passaggi senza mai tirare in porta. Io mi ritengo moderno, faccio il calcio di Klopp, di Simeone, dello stesso Guardiola. Lo dice anche Allegri. Rifiuto questa etichetta. Il mio è un calcio efficace, per me il passaggio orizzontale in difesa non serve a niente”,
aggiungendo che
“gli avversari il pallone se lo possono portare anche a casa, se ci sono affezionati, io mi prendo i 3 punti. Me ne frego delle mode. Il mio punto di riferimento è la velocità con cui si arriva a tirare in porta. Noi siamo organizzatissimi, non ci inventiamo le cose. Per fare questo calcio bisogna correre e tutti gli allenamenti sono studiati. Portatemi lo scienziato che dice che il calcio bello è quello con cento passaggi…”
proseguendo col dire che
“per vincere in Serie B bisogna correre molto, la condizione conta con tante partite ravvicinate ed io ammazzo di fatica i miei giocatori ma le mie squadre finiscono sempre i campionati vincendo. Sono arrivato in A vincendo tutte le categorie, vuol dire che le mie idee pagano e mi rafforzano”,
e alla domanda “Se basterà tutto questo in Serie A?” ha risposto
“Come concetti e principi sì. Poi ci sono i giocatori. Bisogna mangiare l’avversario, come fanno Atalanta e Verona, che giocano come noi. Anche Gasperini e Juric ammazzano i giocatori per attaccare meglio e in fretta, restando corti”.
Parole, quelle di Castori, che suonano sicuramente come musica per il Napolista (ma non solo per il Napolista…) che non ha mai nascosto di non amare particolarmente la costruzione (talvolta definita provocatoriamente “distruzione”…) dal basso, il gioco in orizzontale e il possesso palla fine a sé stesso.
Ma chi è veramente Fabrizio Castori? Nato a San Severino Marche l’11 luglio 1954, l’esperto allenatore italiano è uno dei più longevi tecnici in attività, avendo iniziato ad allenare nell’ormai lontano 1980 e annoverando, pertanto, oltre 40 anni di carriera alle spalle, durante i quali ha guidato ben diciotto squadre diverse (Belfortese, San Vicino, Urbisaglia, Camerino, Grottese, Cerreto, Monturanese, Tolentino, Lanciano, Castel di Sangro, Cesena, Salernitana, Piacenza, Ascoli, Varese, Reggina, Carpi, Trapani, alcune delle quali, come Belfortese, Lanciano, Cesena, Salernitana e Carpi, per due volte, e alle quali si deve aggiungere una diciannovesima società, quella della Comunità di San Patrignano, che Castori ha guidato, seppur soltanto dalla tribuna, durante il periodo di squalifica di tre anni, poi ridotta a due, ottenuta a seguito di una rissa in campo e nonostante fosse, al tempo stesso, sotto contratto con il Cesena…) e ha preso parte a tutti i campionati federali del calcio italiano, dalla Terza Categoria alla Serie A (record questo condiviso con Maurizio Sarri), vincendo, ad eccezione della Seconda categoria (e, ovviamente, dalla massima serie), almeno una volta, tutti i campionati in cui ha allenato.
Il tecnico marchigiano annovera ben dieci promozioni all’attivo: una dalla Terza alla Seconda Categoria, una dalla Prima Categoria alla Promozione, una dalla Promozione all’Interregionale, una dall’Eccellenza alla Campionato Nazionale Dilettanti, due dal CND alla C2, una dalla C2 alla C1, una dalla C1 alla B e due dalla B alla A (e ben otto di queste dieci promozioni le ha ottenuto arrivando primo in classifica!).
Ma se qualcuno prova a chiedergli a quale di queste dieci promozioni si sente più legato, sicuramente risponderà quella ottenuta alla guida dei ragazzi di San Patrignano: come già detto in precedenza in quegli anni Castori era alla guida del Cesena e la sua squadra, nella stagione 2003/04, si stava giocando la promozione in Serie B in finale play-off con il Lumezzane, durante la quale si scatena una violenta scazzottata in campo tra i calciatori delle due squadre e il tecnico dei romagnoli, anziché cercare di sedare la rissa come solitamente avviene in questi casi, vi partecipa attivamente, beccandosi così ben tre anni di squalifica (poi ridotti a due) dal Giudice Sportivo. Tuttavia, nonostante l’accaduto, il Cesena vince la finale play-off e viene promosso in B e la società decide di confermare il tecnico, nonostante il lungo periodo da passare in tribuna. Fu allora che viene contattato dai responsabili della famosa comunità di recupero per tossicodipendenti che gli chiedono se gli andasse di allenare la squadra dei ragazzi della struttura, iscritta al campionato provinciale di Terza Categoria. Castori non si tira indietro e accetta, dirigendo gli allenamenti di sera (dopo aver allenato il Cesena!) e andando in tribuna la domenica mattina o il sabato pomeriggio, dal momento che la squalifica rimediata non gli permetteva di sedere in panchina nemmeno in Terza categoria, tant’è che lo stesso tecnico, con molta ironia, dichiarò: “Sono l’unico allenatore al mondo con due squadre e neanche una panchina!”.
Un personaggio davvero unico, la cui presenza non può che giovare a tutto il campionato di Serie A. Bentornato in massima serie, Mister Castori.