“Papà, io non esisto per piacere ai maschi”, le ragazze contro i fischi per strada (catcalling)

Repubblica intervista lo scrittore Matteo Bussola: “Se le loro madri ritenevano il corteggiamento molesto una sorta di fastidio inevitabile, per le nostre figlie è irricevibile”

Papà io non esisto per piacere ai maschi

Repubblica dedica una pagina al catcalling, ossia al fischio molesto per strada all’indirizzo delle donne. Pratica ben diversa da quella di Truffaut che guardava le gambe delle donne che passavano in “L’uomo che amava le donne” ma anche in “Finalmente domenica” con Fanny Ardant. Siamo a distanze siderali. Dopo la denuncia di Aurora Ramazzotti, prima sui social e poi al Corsera, il quotidiano diretto da Molinari torna sul tema. E lo fa anche con due interviste. Una allo scrittore Matteo Bussola e l’altra alla scrittrice Jennifer Green considerata una delle testimoni del nuovo femminismo. Ci soffermiamo sulle parole di Bussola.

«Mia figlia ha 14 anni e mi ha raccontato di essere stata più volte importunata per strada. Fischi, commenti. Ne abbiamo parlato e la sua spiegazione è stata: “Non lo accetto, io mica esisto per piacere ai maschi”. Credo che in queste parole ci sia tutta la consapevolezza della sua generazione. Il catcalling «è una delle tante forme con le quali i maschi cercano di esercitare, ancora, il loro potere sulle donne».

Una ragazza che cammina per strada e sente arrivarsi addosso un complimento pesante o un apprezzamento volgare, subisce un affronto, non può difendersi. E questa generazione, a differenza di quelle precedenti, non ne vuole più sapere. Chi sei tu per poter esprimere un giudizio su di me, sul mio corpo? Se le loro madri ritenevano il corteggiamento molesto una sorta di fastidio inevitabile, per le nostre figlie è irricevibile.

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