Merlo sul murale del rapinatore a Napoli: i faccioni dei camorristi non sono arte ma “santini”
Su Repubblica: I muri di Napoli non si dovrebbero più sporcare e le sanzioni dovrebbero essere severe.

Il giornalista Francesco Merlo risponde ad un lettore sulle pagine di Repubblica che parla dei murales delle periferie di Napoli che hanno come soggetti e “valori” il fuoriclasse argentino e un giovane deceduto durante una rapina, chiedendo se anche per i prossimi rapinatori deceduti verranno fatti altri murales
Senza entrare nell’eterno dibattito sulla natura vandalica e illegale della street art, penso che imporre “i valori” imbiancando solo “i muri camorristi” non educhi alla legalità e sia persino pericoloso nella città dove vietare equivale a promuovere. Poiché quasi sempre graffiti e murales sono spazi pubblici impiastricciati e impataccati, penso che andrebbero cancellati tutti in nome del decoro urbano. I muri di Napoli non si dovrebbero più sporcare e le sanzioni dovrebbero essere severe. È infatti facile capire che i faccioni dei camorristi non sono arte ma “santini”, segnali di controllo del territorio. È però velleitario pensare di escludere la malavita dal disegno “spontaneo” della street art, o sconfiggerla con le facce dei poeti e lo scarabocchio democratico. Impossibile, infine, rileggere il mito di Maradona genio e malandrino in un mondo di malandrini che si sentono geni.