Il figlio di di Raffaele Pisu racconta al Giornale che il successo si paga «Di Caprio a Cannes neanche la spesa può andare a fare. Semmai volesse».
Antonio Pisu, figlio d’arte di Raffaele Pisu, a lungo conduttore di Striscia la Notizia tra le altre cose, ha raccontato se stesso al Giornale e il suo “non essere un figlio di papà” in un mondo dove, di norma, chi può. approfitta
«Papà ha voluto che facessi tutti i casting del caso. Si è rifiutato di presentarmi, insomma. “Altrimenti non sarai mai te stesso – diceva – ma soltanto un figlio d’arte”».
Trentaquattro anni di una simpatia che maldestramente maschera un’introversione di fondo, tanto teatro e due film, il secondo, Est, dittatura last minute, attualmente distribuito su numerose piattaforme. Ma Antonio non ha mai conosciuto personaggi celebri al fianco del padre e quando è accaduto sono successi piccoli fraintendimento
«Un giorno risposi al telefono. Era Mike Bongiorno con il suo solito tono di voce, come se presentasse sempre Rischiatutto. Cercava papà, io pensai a uno scherzo. Lo mandai volgarmente a quel paese e riattaccai».
E lui…
«Ha ritelefonato un attimo dopo. Ho temuto il peggio, invece finì tutto con una risata».
Lui, ultimo di sei figli, considera importante il successo, ma molto più importante la famiglia e gli affetti, perché se non hai qualcuno con cui condividere il bello è come non averlo. Il successo si paga
«Eccome. L’altr’anno a Cannes ho visto Leonardo Di Caprio. Eravamo nello stesso privè. Era lì da solo con il suo bicchierino, accerchiato dai bodyguard. Giuro che ho pensato… ecco se gli viene voglia di attraversare la Croisette per andare a mangiarsi un gelato, non può. L’avrò fissato per venti minuti. Neanche la spesa può andare a fare. Semmai volesse».