“Passano due epoche calcistiche, due idee di sport. Si può essere campioni, poi bisogna essere uomini. Si può essere trascinatori, ma devi saper scegliere tra furbata e bravura”
Su il Giornale, Riccardo Signori scrive di Ibrahimovic paragonandolo a Maradona. Definisce Zlatan il “sir Lancillotto” dei nostri tempi” e torna sull’intervista che il rossonero ha rilasciato ieri a Repubblica, in cui racconta che ha proibito al ventenne Pierre Kalulu di indossare i guanti.
«Aveva i guanti, faceva freddo, era all’esordio. Gli ho detto: toglili subito! Uno così giovane, che debutta, deve far paura agli avversari: la prima immagine è quello che conta».
Signori scrive che l’effetto di Ibra sul Milan si vede anche da queste cose. Piccole, ma paragonabili ad insegnamenti.
E aggiunge:
“C’è bella differenza fra la mano di Dio (Maradona) e il guanto di Ibra: passano due epoche calcistiche, due idee di sport. Si può essere campioni, poi bisogna essere uomini. Si può essere trascinatori, ma devi saper scegliere tra furbata e bravura. Ibra ci ha convinto, a modo suo, sull’importanza del tenere la mascherina, urla ai compagni per spiegar cosa sia il calcio e, in fondo, lo sport. Si sente Dio, magari col sorriso sulle labbra, ma ha detto a Maradona che c’è mano e mano: meglio togliersi il guanto, quella è la sua mano di Dio”.