Su Repubblica Genova. Secondo gli inquirenti gli ex manager non volevano la tragedia ma tra falsi e omissioni il loro comportamento ha avuto ripercussioni dirette sul disastro
Nell’ordinanza di pronuncia sugli arresti degli ex manager di Autostrade, il Tribunale del Riesame ha scritto due parole pesantissime: “crollo doloso“. E’ questa la nuova accusa mossa dai giudici ai vertici di Aspi per la tragedia del Polcevera. Repubblica Genova scrive:
“Secondo i pm Massimo Terrile e Walter Cotugno, quanto avvenuto prima del 14 agosto 2018 non può essere spiegato soltanto con un comportamento colposo, ma con una condotta consapevole da parte di chi aveva degli obblighi di manutenzione o di controllo su un ponte pieno di problemi“.
Ciò non vuol dire, specifica il quotidiano, che i dirigenti e tecnici di Aspi
“abbiano agito in un certo modo – o non abbiano agito affatto – perché intenzionati a far crollare il ponte”.
Ma vuol dire che i manager conoscevano le condizioni del viadotto e nonostante questo hanno sempre dichiarato di non sapere niente e di ritenere si dovessero fare solo interventi i consolidamento. Insomma, il fatto di
“aver dichiarato il falso circa i controlli sul viadotto, oppure non aver fatto le ispezioni e gli interventi necessari, non può che aggravare la posizione di chi è indagato per un disastro verificatosi – ritiene la Procura – anche per quei comportamenti omissivi”.
La nuova accusa viene fuori a pochi giorni dal deposito della perizia che deve accertare le cause del crollo del viadotto.