Cacciari: «Maradona è stato un capopopolo ed è morto in modo tragico come Che Guevara»

A Repubblica: «Questo lo rende immortale. Senza Napoli non sarebbe stato Maradona. Impossibile tifare contro di lui, lo dico da milanista»

le statue di Maradona saranno due

Massimo Cacciari su Repubblica accosta le figure di Maradona e Fidel Castro, morti entrambi il 25 novembre, inserendole in una dimensione mitologica, fuori dal tempo. Maradona come Fidel sono diventati un mito grazie anche alle loro vite non sempre corrette e i mille errori che hanno contribuito ad alimentare il mito perché è proprio nell’imperfezione dell’umanità che si crea

«Nessuno sportivo ha avuto un potere così grande e una grandezza così ingovernabile. Forse solo Muhammad Ali, e come lui Maradona ha vissuto un decadimento fisico che è parso determinato dal destino. Pelé no, lui è un eroe borghese, un calciatore grande e basta. Maradona è stato un capopopolo. Ed è morto in modo tragico, come Che Guevara. Questo lo rende immortale. Non importa se la morte sia stata decisa in qualche modo dai suoi eccessi. Da eroe è stato vinto da un fulmine divino».

Ma Maradona non può essere separato da Napoli, perché è qui che Diego è diventato mito

«Ha segnato Napoli, e ha dato il via, allora, a un periodo di grandi speranze. C’erano fermenti culturali in città che crescevano di pari passo. Diego senza Napoli non sarebbe stato Maradona, nel bene e nel male. Altrove non sarebbe diventato ciò che è stato».

Cacciari porta proprio ad esempio la tanto discussa partita dei Mondiali dell’86 come quella che consacrò il mito di Maradona svelandone i due aspetti di furbizia e irraggiungibilità.

Da tifoso del Milan però ammette

«Sono stati anni indimenticabili. C’era tanta suggestione nel dualismo tra Maradona e Van Basten, tra la follia sudamericana e il calcio cartesiano di Sacchi. Maradona era il bello, era impossibile tifargli contro. Era stupendo. Ed era stupendo quel calcio».

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