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Non per le accuse omofobiche, ma nel complesso su Mancini aveva ragione Sarri

Da qualche giorno, dall’alto del suo sapere, il ct della Nazionale dispensa lezioni di virologia e diritto costituzionale. E bacchetta ministri della Repubblica

Non per le accuse omofobiche, ma nel complesso su Mancini aveva ragione Sarri
Maurizo Sarri (Hermann)

È raro imbattersi in qualcuno che abbia la stessa frequenza di Roberto Mancini nel proferire frasi il cui contenuto possiamo elegantemente definire distanti da concetti assimilabili all’intelligenza, alla competenza e all’arricchimento culturale.

Non si sa in base a quale criterio, o a quale esorcismo, da qualche giorno Roberto Mancini si è autoconvinto di essere un luminare della virologia, un profondo conoscitore del Covid-19 e delle sue conseguenze sulla popolazione. Oltre che – va da sé – un costituzionalista di vaglia.

In realtà già qualche mese fa, per fortuna frettolosamente dimenticato, diede sfoggio delle sue conoscenze (ha due lauree: una in biologia e l’altra in medicina) con un’intervista al Corriere dello Sport in cui disse che giocando a calcio il virus non si sarebbe trasmesso perché è all’aperto: “i campi da calcio sono lunghi cento metri, non si contagia nessuno”.

Fu vittima di un indegno bavaglio stampa, non gli fecero proferire parola per un bel po’. L’altro giorno, però, è tornato in cattedra perché incidentalmente – come hobby – allena anche una squadra di calcio. Il pallone è una delle sue passioni e così, tra una lezione ad Harvard e un’altra a Cambridge, si diletta con i suoi calciatori.

Mancini è tornato ad illuminarci. A dirci che in Italia siamo troppo pessimisti, che la situazione del Covid-19 non è come quella di marzo, che questi stadi vanno aperti. E poi ha impartito una lezione di comportamento al ministro della Salute Roberto Speranza. Chi sarà mai il ministro della Salute rispetto a chi i virus li studia sin dall’adolescenza? Gli ha detto – Mancini al ministro – che deve pensare prima di parlare. Che lo sport ha pari dignità della scuola. Lui intendeva soprattutto la Serie A. Non sa quanto sia difficile per chi pratica lo sport, andare avanti in tempi di Covid-19. Mica vengono a farti il tampone tre volte a settimana. La campionessa italiana di lancio del peso lavora in un bar per raggranellare qualche soldo.

Ma queste sono quisquilie per l’eminente Roberto Mancini che presto dirigerà un simposio scientifico a Stoccolma.

E mentre scriviamo queste poche righe, abbacinati da tanto sapere, pensiamo a un signore in tuta – da noi spesso criticato – che una sera di qualche anno fa diede del finocchio al suddetto Mancini, facendo scoppiare un putiferio. Ovviamente anche in questo caso rigettiamo l’accusa omofobica. Ma se Sarri intendeva anche altro, e cioè che Mancini è talmente troppo intelligente degli altri da rendersi inaccessibile agli altri, inarrivabile, ecco, allora aveva ragione il toscanaccio. Completamente ragione. E cogliamo l’occasione per chiedergli scusa – per dirla alla Roger Rabbit – per tutte le volte che gli abbiamo tirato le orecchie.

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