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Rakitic ha paura del catenaccio del Napoli: se attacchiamo a testa bassa ci punirà

Il mediano a El Pais: “Il Napoli riempirà l’area di rigore, aspettando un nostro errore. Dobbiamo attaccare con la testa, trovare altri modi per fare gol”

Rakitic ha paura del catenaccio del Napoli: se attacchiamo a testa bassa ci punirà

Il Barcellona ha paura del catenaccio del Napoli. Che non è proprio un controsenso tattico. E’ il Napoli, in teoria, che deve fare un gol più dei blaugrana per passare il turno, ma il punto è il “come”. Secondo Ivan Rakitic il pericolo si nasconde dietro la “muraglia” di Gattuso. Lo dice in maniera esplicita in un’intervista a El Pais: se attacchiamo a testa bassa, rischiamo che al primo errore ci puniscano.

“L’attacco è sempre più difficile della difesa. Ed è difficile attaccare una squadra molto ordinata dietro, che accumula uomini per aspettare i nostri errori. Devi muovere la palla, essere molto preciso, giocare con calma e sicurezza. Anche con pazienza. Quando ci sono molti giocatori nell’area rivale, devi cercare altri modi per fare gol. Lo abbiamo chiaro in mente. Certo non possiamo snaturarci, ci piace attaccare, siamo il Barça ed è chiaro che lasceremo degli spazi. Ma a volte devi anche avere una testa. Pensare a cosa può succedere dopo. Noi quando attacchiamo possiamo fare molti danni. Ma dobbiamo farlo tutti insieme, molto uniti, perché quando gli avversari contrattaccano dobbiamo correre 70-80 metri all’indietro. E diventa complicato per noi. Quindi dobbiamo essere aggressivi, tutti insieme, più intelligenti. Dobbiamo capire che se non possiamo arrivare alla porta avversaria per 20 o 30 volte, con 10 o 15 occasioni a disposizione è meglio se non lasciamo passare loro…”.

Rakitic parla anche della sua “vita da mediano”, per Messi.

Corro per Messi perché se l’è guadagnato. Ma lui e gli attaccanti sanno che una buona pressione avanzata è importante, ma devono anche aiutarci. Lo sanno molto bene. Se non possiamo attaccare bene, dobbiamo restare nella nostra posizione, insieme, così non possono farci male. E se siamo forti in difesa, lo saremo ancora di più in attacco. Quando uno non vede una partita si chiede: “Come hanno giocato?”. E poi: “Chi ha segnato?” Non chi ha giocato bene, chi ha parato un gol, chi ha rubato tanti palloni… Ma è che ognuno ha il suo ruolo. Vorrei dribblare come Messi o segnare i gol di Suarez. Ma questo è il Barça e ognuno ha le sue qualità. Sono qui per aiutare, correre, contribuire per ciò che posso in attacco e difesa”.

Non è facile giocare – e allenare – nel Barcellona.

“Certamente è difficile. Qui al Barça ci sono personaggi forti nello spogliatoio e deve essere così. In questo club ci sono molte pressioni e aspettative. Ricordo una delle mie prime partite col Barça, vincemmo 5 o 6-0 sul Granada, e quando arrivammo ​​in zona mista, la prima domanda fu: “Cosa c’è che non funziona?”.

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