Sul Corsport: un dirigente deve avere codici di comportamento differenti da quelli che osserveremmo al bar con gli amici dopo un paio di birre

Gira in rete un video nel quale un collaboratore di Gasperini dà del «terrone del cazzo» a un tifoso del Napoli che aveva appena provocato l’allenatore dell’Atalanta con una battuta davvero stupida («dopo dieci anni ve la giocate la partita o gliela regalate come al solito?»). Gasperini l’aveva risolta dandogli giustamente del coglione, e sarebbe stato sufficiente.
Ora, dire “terrone” a qualcuno nato al Sud è considerato un reato poiché cela un carattere offensivo e denigratorio (dipende dal contesto), dimenticare che in ogni istante della nostra giornata siamo controllati da smartphone e microfoni, è invece colpevolmente idiota. E lo è ancor di più ignorare che quando siamo nell’esercizio delle nostre funzioni professionali (di politico, di dirigente d’azienda, di tesserato di una società di calcio, di giornalista che rappresenta una testata o un sito) abbiamo il dovere morale di attenerci a dei codici di comportamento differenti da quelli che osserveremmo al bar con gli amici dopo un paio di birre.