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Sarri ha vinto lo scudetto con un calcio anonimo

FALLI DA DIETRO – A 61 anni ha conquistato il Palazzo ma i fatti hanno dimostrato che Il Palazzo avrebbe vinto comunque

Sarri ha vinto lo scudetto con un calcio anonimo
Ph Carlo Hermann/KontroLab

FALLI DA DIETRO – COMMENTO ALLA 36A GIORNATA DEL CAMPIONATO 2019-20
Alle 23,43 del 26 luglio in una data inconsueta, in uno Stadium vuoto, la Juve vince il suo nono scudetto di fila. Il 36° della sua storia.
All’età di 61 anni il Sor Polpetta conquista il suo primo scudetto.
Anche per lui c’è un primato. È il mister più anziano a vincere un titolo.
Ha conquistato il Palazzo, lui.
Ma è uno scudetto che gli appartiene poco.
I fatti hanno dimostrato che Il Palazzo avrebbe vinto comunque. Chiunque avesse occupato quella panchina.
In questa vittoria non c’è amore.
Non c’è amore nella polo griffata di questo anziano signore borghese dall’ambigua figura e dal portafoglio gonfio.
Non c’è amore nello stemma aggiornato allo Stadium con il numero 38.
Quando la legge democratica ne ha stabiliti 36.
L’amore vive in una bellezza dimenticata che fu un’idea di rivoluzione.
Lo strumento poetico col quale assaltare la fortezza e vincere.
L’amore vive nell’utopia di un lavoro febbrile e ossessivo fatto di sudore e fede col quale un gruppo operaio riesce a ribaltare un destino già codificato.
Questa squadra ha vinto facendo a meno della bellezza.
Ha vinto giocando un calcio anonimo e non connotabile.
Ha vinto semplicemente grazie alle soluzioni dei singoli fuoriclasse. Ognuno in campo per esprimere se stesso, e quasi mai a servizio di un’idea di calcio.
Questa squadra ha vinto senza amore.
Né in campo. Né dentro i cuori bianconeri.

A San Siro il prologo della festa.
Pareggiano le due più in forma del campionato.
Partita ricca di emozioni.
Soprattutto nel primo tempo.
Gran ritmo e pressing alto. Oro colato di questi tempi e con questo caldo.
Vantaggio rossonero su magica punizione di Calha.
Ma la Dea non si arrende.
Dopo un calcio di rigore di Malinovskyi parato da Donnarumma, trova il meritato pareggio grazie alla conclusione ravvicinata di Laocoonte Zapata.

A Marassi vittoria agevole per il Parrucca.
Che con questi tre punti salta la Dea per lo scudetto della sfiga.
Partita ruvida che il gran caldo sgonfia presto.
Suninter in calo fisico e in involuzione nei suoi uomini migliori.
Il danese addirittura indisponente.
Per fortuna c’è un super Romelu Menama Lukaku Bolingoli che colleziona 23 bombe al suo debutto in Serie A.
Per fortuna c’è un Sanchez che è una bellezza ammirare.
Ma la sensazione è sempre quella.
Che il Mister abbia perso emotivamente la guida della squadra.
Dichiarazioni meno deliranti possono aiutare.
Sono 10 anni che l’Inter non vede il 2° posto.

Al San Paolo è record.
L’arbitro e il VAR annullano quattro gol al Sassuolo.
Non era mai successo prima.
Non era mai successo prima che Elseid Gëzim Hysaj ventiseienne difensore di Scutari facesse un gol in Serie A dove onestamente lavora da ormai sei anni buoni.
In più non era mai successo prima che Elseid Gëzim Hysaj risultasse alla fine della gara addirittura il migliore in campo.
Azzurri arrembanti in avvio.
Subito un gol dello strepitoso albanese.
Ma non frenano. Continuano a testa bassa a dominare il campo.
Tante occasioni create. Tante occasioni sprecate.
Una clamorosa dal Pibe Frattaglio davanti a Consigli.
Un’altra sprecata da Lazarillo, nel classico lancio sempre del Pibe da sinistra sul palo destro. La così detta specialità della casa.
Poi però cresce il Barca delle colline modenesi.
Ed è un’altra gara. Ed è il festival del fuorigioco.
Ma gli azzurri non rubano nulla.
Perché per fortuna il Var funziona.
E dimostra come sia utile in queste situazioni oggettive.
È sulla discrezionalità del fallo in area e sui falli di mano che magari ancora non ci siamo.
E temo mai ci saremo.
Perché sono decisioni che spettano agli Dei.
Il Gattaccio si lamenta per la difficoltà di allenare a Napoli in questo momento con il sole, il mare e le barche.
E intanto rifletterà per le azioni concesse ai Ceramisti.
Ma ha facoltà anche di rallegrarsi per la perfetta attuazione del fuorigioco in ben quattro occasioni. Perché è il segno evidente di una organizzazione difensiva provata e studiata a Castel Volturno.
Al diavolo chi ipotizza una casualità fortunata sui quattro episodi.
Italia sotto shock per il caso dei Carabinieri di Piacenza.
Montella era stato sopravvalutato. Un’altra soddisfazione per Fabio Capello.

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