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Spike Lee: «George Floyd? Finalmente tanti bianchi americani dicono ‘Fuck this shit’, bisogna cambiare»

A Repubblica: «Dopo trent’anni i neri continuano a essere ammazzati, spesso dalla polizia, e gli assassini restano liberi. I neri mi chiedono: come possiamo mettere fine al razzismo? Dovete rispondere voi alla domanda»

Spike Lee: «George Floyd? Finalmente tanti bianchi americani dicono ‘Fuck this shit’, bisogna cambiare»

Repubblica intervista Spike Lee. 63 anni e diversi film che hanno denunciato l’ingiustizia sociale e razziale inAmerica, da Fa’ la cosa giusta a Malcolm X, da Jungle Fever a BlacKkKansman. Commenta l’omicidio di George Floyd e le rivolte che stanno interessando l’America.

«Io resto ottimista. Fa’ la cosa giusta, che ho girato 32 anni fa, era un film ottimista. Certo c’è da chiedersi quanto sia cambiato da allora. Ci sono stati dei cambiamenti, ma i neri continuano a essere ammazzati, spesso dalla polizia, e per aggiungere insulto al danno gli assassini restano liberi. Vanno tutti arrestati, compresi i complici!».

La storia si ripete sempre, dice.

«Ma quello che mi rende ottimista è vedere la nuova generazione di nostri fratelli e sorelle bianchi unirsi a noi in strada come ai tempi del movimento dei diritti civili negli Anni ’60 quand’ero ragazzino. E attenzione, io non li chiamo riot, disordini, li chiamo uprising, rivolte. “Disordini” è una parola dall’accezione negativa. Quando vedo la lista delle rivolte in corso in America mi riempio di gioia! Salt Lake City? Des Moines? Non ci sono tanti neri in quei posti! Vediamo un numero senza precedenti di bianchi americani che dicono ‘Fuck this shit!’, ‘Bisogna cambiare’ e ‘Black Lives Matter’. Tante volte i neri mi chiedono: ‘Come possiamo mettere fine al razzismo?’. Dovete rispondere voi a quella domanda».

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